In aumento infortuni sul lavoro e malattie professionali: in Veneto calano gli episodi mortali
di Matteo ScolariL’INAIL, Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, ha recentemente pubblicato dei dati riguardanti le denunce relative ad infortuni sul lavoro e malattie professionali, e per entrambe, purtroppo, si è registrato un incremento.
Prima di entrare nel dettaglio e scoprire le statistiche, tuttavia, è opportuno specificare in modo chiaro che cosa si intende per infortuni sul lavoro e malattie professionali, essendo due concetti su cui, spesso, si tende a fare confusione.
Infortuni sul lavoro e malattie professionali: quali differenze
L’infortunio sul lavoro è una lesione che il lavoratore si procura accidentalmente nel mentre presta la sua opera; la giurisprudenza più recente, peraltro, ha ampliato la tutela del lavoratore anche per quel che concerne eventuali incidenti che possono intercorrere nel raggiungimento del luogo di lavoro.
Affinché si possa parlare di infortunio, ovviamente, deve esserci un nesso causale tra lo svolgimento dell’attività e la possibilità che tale rischio possa verificarsi: il lavoratore, dal suo canto, non può rendersi protagonista di azioni gravemente imprudenti, oppure di usi impropri degli strumenti aziendali.
La malattia professionale, invece, è una patologia che il lavoratore sviluppa nel tempo e le cui cause sono con certezza ascrivibili alla prestazione lavorativa.
Ad esempio, se un lavoratore è costantemente esposto a polveri sottili o altri inquinanti presenti nell’aria, potrebbe essere a rischio di sviluppare patologie respiratorie. Per prevenire tali situazioni, è fondamentale che l’azienda adotti tutte le misure necessarie, come l’utilizzo di strumenti professionali progettati per la sicurezza e l’igiene negli ambienti di lavoro. Tra le soluzioni più efficaci figurano gli aspiratori industriali , strumenti indispensabili per mantenere un ambiente sano e sicuro, facilmente consultabili sul sito www.depureco.com. Strumenti professionali ed essenziali per aumentare la sicurezza, l’efficienza e la produttività in ogni ambiente lavorativo.
In sostanza, dunque, l’infortunio è un evento violento che provoca al lavoratore una lesione immediata; anche nella malattia professionale c’è un nesso tra l’insorgenza della patologia e lo svolgimento dell’attività lavorativa, ma essa si manifesta solo nel lungo periodo e per questo motivo, c’è da dire, può risultare più difficile riuscire a dimostrare la sua causa.
Aumentano infortuni e malattie professionali, ma crescono anche gli occupati
Come si diceva, le cifre relative a infortuni sul lavoro e malattie professionali sono purtroppo in crescita sul territorio nazionale.
Per quanto riguarda gli infortuni, rileva INAIL, nei primi 8 mesi del 2024 sono pervenute 386.554 denunce, ovvero una cifra superiore del +0,9% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Le denunce per malattie professionali sono state invece 58.857, ben il +21,3% rispetto al corrispondente periodo del 2023.
Nell’interpretare questi dati tuttavia bisogna considerare che, come confermato da Istat, il numero di occupati è cresciuto, dunque l’aumento delle cifre assolute può considerarsi, quantomeno parzialmente, fisiologico.
Aumentano gli episodi mortali, ma il Veneto è in controtendenza
Uno dei dati più gravi che INAIL ha presentato nel suo report è quello relativo agli infortuni che hanno causato, purtroppo, il decesso del lavoratore.
Nei primi 8 mesi del 2024 si sono registrati 680 episodi di questo tipo, cifra superiore del +3,5% rispetto a quella riscontrata nel medesimo periodo dell’anno precedente.
In Veneto il numero di decessi dovuti ad infortuni sul lavoro è diminuito rispetto all’anno precedente, anzi il calo registrato è stato quello più cospicuo su scala nazionale: nello specifico, nella regione veneta gli episodi di questo tipo sono stati 12 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Quest’ultimo è certamente un dato positivo, ma risulta evidente che, in materia di sicurezza sul lavoro, ci sia ancora molta strada da fare: le cifre, purtroppo, continuano ad essere davvero troppo alte nel nostro Paese.
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