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Il valore di Job&Orienta: quando l’orientamento diventa un investimento per il futuro

di Matteo Scolari
Il 27 novembre inizia la 33^ edizione del Salone italiano di riferimento per l'orientamento scolastico e al lavoro. Ce ne fossero di manifestazioni così.

In un Paese spesso accusato di trascurare i giovani, c’è un appuntamento annuale che rappresenta un raro esempio di lungimiranza e concretezza: Job&Orienta. Da oltre tre decenni, questa manifestazione trasforma Verona nella capitale italiana dell’orientamento e della formazione, offrendo a studenti, insegnanti e famiglie non solo informazioni, ma strumenti concreti per affrontare un futuro incerto con maggiore consapevolezza.

Il valore di eventi come Job&Orienta va ben oltre l’allestimento di stand o la distribuzione di brochure. È una piattaforma che mette al centro i giovani, li ascolta e risponde alle loro esigenze con pragmatismo. In un momento storico in cui la transizione ecologica e digitale ridefiniscono le dinamiche del lavoro, manifestazioni come questa rappresentano un ponte tra il mondo della scuola e quello delle imprese, tra il presente e il futuro.

Tre colori per immaginare il futuro

Quest’anno, il focus su “Persone, cultura e tecnologie per un nuovo umanesimo europeo” ci invita a riflettere su come le sfide globali – dalla rivoluzione digitale alla sostenibilità – richiedano un cambio di paradigma. Le opportunità si moltiplicano nei settori che Claudio Gentili, coordinatore scientifico dell’evento, ha sapientemente sintetizzato con tre colori: bianco, per le professioni sanitarie e di cura; verde, per quelle legate all’economia sostenibile; e blu, per le tecnologie digitali.

In un Paese che soffre di una disoccupazione giovanile cronica, la capacità di offrire percorsi chiari e personalizzati è un atto politico e culturale. Se l’80% dei diplomati degli ITS (Istituti Tecnici Superiori) trova un impiego stabile e qualificato, perché in Italia abbiamo solo 30.000 iscritti contro gli 800.000 della Germania? La risposta è semplice: manca ancora una piena consapevolezza del potenziale di questi percorsi. Job&Orienta, con la sua rete di università, scuole, ITS e aziende, colma questo divario, mostrando ai ragazzi strade che spesso non sanno nemmeno di poter percorrere.

Educare divertendosi

Non è un caso che il mantra della manifestazione sia “Educare divertendosi”. La curiosità è il motore dell’apprendimento e Job&Orienta lo sa bene. Dall’hackathon “Immagina il tuo futuro” al “fuori salone” con concerti e spettacoli serali, l’evento riesce a coinvolgere i ragazzi in modo attivo, stimolando non solo il loro interesse, ma anche la loro creatività. È una risposta intelligente e concreta a chi accusa i giovani di essere passivi o disinteressati: se si offre loro una proposta all’altezza, i ragazzi rispondono con entusiasmo.

Un impegno collettivo

Il successo di Job&Orienta, però, non è solo merito di Verona Fiere o degli organizzatori. È il frutto di un impegno collettivo che coinvolge istituzioni, scuole, aziende e famiglie. Il patrocinio dei ministeri dell’Istruzione, dell’Università e del Lavoro dimostra quanto sia importante fare rete per costruire una società più equa e competitiva. In un’Italia frammentata, eventi come questo mostrano come la collaborazione possa produrre risultati tangibili.

Una questione di responsabilità

Il futuro non è un’astrazione. È il presente che consegniamo ai nostri giovani. E se vogliamo davvero invertire la rotta – frenare la fuga di cervelli, ridurre il mismatch tra formazione e lavoro, rendere il nostro Paese competitivo – dobbiamo investire in manifestazioni come Job&Orienta.

Non si tratta solo di riempire gli stand di ragazzi in cerca di risposte, ma di dare un senso alle loro domande. In questo senso, Job&Orienta non è solo un evento: è un laboratorio di cittadinanza attiva, dove il futuro si costruisce con fatti, non con parole.

È tempo di riconoscere il valore strategico di queste iniziative e di replicarle su scala nazionale. Perché un Paese che investe nei giovani non investe solo nel loro futuro, ma anche nel proprio. E in Italia, di questo investimento abbiamo un disperato bisogno.

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