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Sauro: «Dopo il Covid c’è stata una riscoperta della Lessinia, dobbiamo fornire servizi adeguati»

di Matteo Scolari
Massimo Sauro, presidente del Parco Naturale Regionale della Lessinia, parla del futuro dell'ente e della necessità di adeguarlo alle necessità attuali, sia di turisti che di operatori economici.

In occasione della 20^ edizione della Settimana Veronese della Finanza, dell’Economia e del Lavoro, è intervenuto negli studi di Verona Network, durante il Focus dedicato al turismo, il presidente del Parco Naturale Regionale della Lessinia, Massimo Sauro.

Sauro, lei è stato nominato presidente del Parco Naturale Regionale della Lessinia a maggio, per volontà del presidente della Regione Luca Zaia che ha firmato il Decreto di nomina. Che effetto le fa essere alla guida di questo ente?

Sicuramente è una grande soddisfazione. Sono stato vicepresidente dell’ente parco dal 2019 e ora, da fine maggio, ho assunto questa nuova responsabilità. Rappresentare e raccontare il parco e il territorio in sedi importanti e istituzionali per me è motivo di grande orgoglio.

Parliamo della Lessinia: è un territorio vasto e unico nel suo genere, che abbraccia diverse zone e presenta caratteristiche particolari. Cosa ci può dire a riguardo?

La Lessinia è un luogo straordinario, con un’estensione di diecimila ettari che copre quindici comuni, tredici della provincia di Verona e due della provincia di Vicenza. Dopo il Covid, c’è stata una riscoperta del nostro territorio da parte dei veronesi, che hanno iniziato a visitarlo di più. Come ente, dobbiamo rispondere a questo interesse fornendo servizi adeguati per garantire una fruizione sostenibile e ordinata.

Vista la grande affluenza, specialmente nei weekend, ci sono delle regole di comportamento da rispettare che intende ribadire?

Assolutamente sì. Il parco è costituito per il 95% da territorio privato, quindi è necessario rispettare la proprietà e le attività presenti. Abbiamo regolamenti che definiscono le regole di comportamento e un piano ambientale per garantire il rispetto dell’area. Ma soprattutto, serve buonsenso e rispetto da parte di tutti per un territorio che va protetto e preservato.

Sappiamo che recentemente, è stato costituito un tavolo di coordinamento con i sindaci locali. Quali sono gli obiettivi?

Abbiamo coinvolto i sindaci per rivedere e aggiornare il cosiddetto “piano ambientale”, che risale agli anni Novanta. Oggi la realtà è cambiata: ci sono nuove attività e nuove esigenze, e quindi è importante adattare le norme per rendere il parco più vivibile e sostenibile, anche per chi lo abita e per chi ci lavora.

A tal proposito, negli ultimi anni molte persone hanno investito nella Lessinia, ad esempio riqualificando rifugi e strutture ricettive. Qual è la sua opinione su queste nuove iniziative?

Penso siano fondamentali. Rifugi e altre strutture ricettive sono una grande opportunità per il territorio e rappresentano un servizio prezioso per i turisti. Il nostro compito è facilitare lo sviluppo di queste attività, rimuovendo ostacoli normativi, dove possibile.

Il turismo in Lessinia sta crescendo e coinvolge anche molti giovani. Quali sono le prospettive?

La Lessinia ha un enorme potenziale turistico, grazie alle sue unicità paesaggistiche e ambientali. Abbiamo anche un sistema museale importante, che va valorizzato per attirare visitatori.

A proposito di iniziative, il parco ha promosso il “Cammina Parco”. Di cosa si tratta?

“Cammina Parco” è un programma di uscite guidate, che si svolge sia in estate che in inverno. Le escursioni sono guidate da professionisti che trasmettono ai partecipanti la conoscenza e l’unicità del nostro territorio. Quest’anno abbiamo organizzato anche un’uscita per persone con disabilità, ed è stata un’esperienza bellissima che intendiamo replicare.

Ci sono progetti legati alla Translessinia?

Sì, abbiamo avviato uno studio di fattibilità per un percorso ciclopedonale alternativo proprio alla Translessinia, lungo circa ottanta chilometri. Questo percorso collegherebbe la Val d’Adige alla Val d’Illasi, passando per dodici comuni. Sarebbe un’infrastruttura preziosa per l’ulteriore crescita della conoscenza e della fruizione del parco.

Un’altra iniziativa recente è il progetto, avviato con Acque Veronesi, per portare acqua alle malghe della Lessinia. Qual è la sua importanza?

È fondamentale. Avere acqua e corrente facilita il lavoro dei gestori dei rifugi e delle malghe. Questo progetto era atteso da tempo e finalmente siamo riusciti a realizzarlo grazie all’impegno di Acque Veronesi, di ATO Veronese e dei comuni di Bosco Chiesanuova, Sant’Anna d’Alfaedo ed Erbezzo, anche se ci vorranno ancora alcuni mesi per completarlo.

In conclusione, quali sono le sue speranze per il futuro del Parco Naturale Regionale della Lessinia?

Il mio desiderio è che il parco venga sempre più valorizzato e conosciuto, anche fuori dai confini locali. Vorrei che la gente scoprisse e apprezzasse le bellezze della Lessinia, un luogo straordinario e accogliente, dove tornare sempre volentieri.

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