Sequino: «Nonostante il contesto geopolitico, il Pinot Grigio mostra una stabilità anticiclica»
di Matteo ScolariNell’ultima puntata di Focus Verona Economia, Stefano Sequino, neodirettore del Consorzio DOC delle Venezie, ha illustrato l’importanza di questa vasta realtà produttiva e le sfide che la attendono. Dall’inizio del suo mandato a gennaio, Sequino ha lavorato per rafforzare l’identità del consorzio, valorizzando il Pinot Grigio a livello internazionale e interno.
Direttore, dal gennaio di quest’anno ha assunto la direzione di un consorzio di rilievo come quello delle Venezie. Una grande responsabilità, immagino.
Assolutamente. Il Consorzio DOC delle Venezie copre Veneto, Friuli Venezia Giulia e la provincia di Trento, ed è il più grande modello di aggregazione nazionale per i vini bianchi fermi. La produzione di Pinot Grigio DOC delle Venezie è di circa 230 milioni di bottiglie all’anno, con i mercati principali negli Stati Uniti, Regno Unito e Germania. Questo ci impegna in un’importante attività di promozione all’estero.
È un territorio vasto e diversificato, dalle colline del Friuli alle valli del Veneto occidentale, fino alla provincia di Trento.
Sì, sono circa 27.000 ettari di vigneto, con oltre 6.100 viticoltori e 500 imprese tra cantine e imbottigliatori. Questo consorzio rappresenta una delle prime esperienze italiane di aggregazione per la produzione e un bacino produttivo di grande valore economico.
Possiamo considerare il consorzio come un osservatorio per il mercato del vino, in particolare per quanto riguarda l’export. Come si sta evolvendo la situazione?
Purtroppo, il conflitto russo-ucraino e altre instabilità economiche e geopolitiche hanno influenzato i consumi e quindi il mercato del vino, con una leggera flessione. Tuttavia, il Pinot Grigio delle Venezie mostra una stabilità anticiclica. Nel 2023 abbiamo registrato un aumento di cinque milioni di bottiglie esportate, e il trend rimane stabile anche quest’anno. Monitoriamo i dati settimanalmente e possiamo dire che la denominazione è in buona salute.
Promuovete il vino delle Venezie in diversi mercati internazionali, ma state esplorando anche nuovi orizzonti.
Esatto, oltre ai mercati consolidati come Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Germania, stiamo guardando al Sud-est asiatico e al Sud America, in particolare Brasile e Messico. L’obiettivo è anche rafforzare la nostra quota nel mercato italiano, che oggi rappresenta solo il 4-5% del totale
Parliamo della vendemmia 2024, iniziata a fine estate. Come è andata?
È stata una stagione climatica complessa, con intense piogge a maggio e giugno e differenze produttive tra territori. Nonostante le difficoltà, la qualità del raccolto è buona, grazie all’ottima gestione dei viticoltori. La qualità si mantiene alta, con punte di eccellenza.
Un altro tema importante per il consorzio è l’aggregazione e la valorizzazione delle diverse realtà territoriali. Come state lavorando su questo fronte?
Il consorzio ha la responsabilità di unificare territori e realtà diverse. Puntiamo a creare un “sistema Pinot Grigio” che valorizzi l’intero Triveneto. Abbiamo recentemente organizzato un evento a Udine per discutere della nuova riforma delle indicazioni geografiche e delle linee guida europee per il futuro del settore.
Lei è entrato in carica da poco e sta impostando una strategia di crescita per il consorzio. Quali sono i suoi obiettivi principali?
Il primo obiettivo è consolidare la stabilità di volumi e valori, grazie anche a misure di gestione dell’offerta. Vogliamo rafforzare il mercato interno e differenziare i mercati internazionali, puntando sulla territorialità del Pinot Grigio delle Venezie, che rappresenta l’85% della produzione nazionale e il 45% di quella mondiale. La nostra strategia è di lungo termine e richiede impegno e costanza.
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