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Bricolo: «L’enoturismo è diventato strategico per le aziende»

di Matteo Scolari
Roberta Bricolo, Presidente del Consorzio Tutela Vino Custoza DOC, parla dell'eleganza e dell'armonia di questo vino, sempre più orientato alla sostenibilità e alla produzione biologica.

Nella puntata di Focus Verona Economia dedicata al settore agroalimentare, è stata ospite Roberta Bricolo, Presidente del Consorzio Tutela Vino Custoza DOC, riconfermata alla guida del consorzio per un secondo mandato. Bricolo ha condiviso i risultati raggiunti, le prospettive future per il Custoza e l’impegno del consorzio per la sostenibilità e l’enoturismo.

Presidente, lei è stata recentemente rieletta per un secondo mandato. Una soddisfazione che conferma l’apprezzamento per il suo lavoro.

Sì, è motivo di orgoglio. Riconosco il valore della mia squadra e del mio consiglio di amministrazione, molto coeso. È fondamentale avere tempo per attuare una visione strategica, e siamo determinati a portarla avanti.

Dando un’occhiata al portale ufficiale del consorzio, custoza.wine, notiamo che offre una panoramica ampia ed esaustiva su questa realtà storica. Il Custoza ha una lunga storia e caratteristiche che lo distinguono, vero?

Assolutamente sì. Il Custoza ha caratteristiche di equilibrio, armonia ed eleganza. Non è un vino muscoloso, ma offre freschezza e una piacevolezza unica, grazie al suo profilo sapido e minerale. Oltre alla versione classica, abbiamo il Custoza Superiore, che è più complesso e longevo. Negli ultimi quattro anni, la produzione del Custoza Superiore è aumentata del 300%, segno che è apprezzato nei ristoranti e per la mescita al calice.

Questo paesaggio vitivinicolo meraviglioso è ideale per l’enoturismo, che è ormai una componente strategica per le cantine. Il consorzio supporta le aziende anche in questo?

Sì, e con grande piacere. L’enoturismo è diventato strategico per le aziende, offrendo un contatto diretto con il consumatore. Abbiamo organizzato corsi di formazione per hospitality manager, e ora le nostre aziende sono pronte ad accogliere turisti, ma anche operatori del settore. Di recente, abbiamo ospitato curatori di guide internazionali e tour operator, per far conoscere il territorio autentico delle Terre del Custoza, una zona meravigliosa e ancora lontana dal turismo di massa.

Sappiamo che il settore vinicolo non sta vivendo un momento facile, specie per le esportazioni. Come sta affrontando il Custoza questo periodo?

È vero, il mondo del vino è attaccato da varie direzioni, tra cui derive salutistiche e normative eccessive. Nonostante ciò, siamo orgogliosi che il Custoza stia tenendo il mercato. I dati al 30 settembre mostrano una crescita, non un arretramento, anche grazie a uno sforzo continuo per garantire la qualità. Abbiamo una filiera ampia che include cooperative, coltivatori diretti e aziende di imbottigliamento, con oltre cinquecento operatori.

Chiudiamo con una nota sulla sostenibilità, un tema di rilievo anche per il vostro consorzio.

Assolutamente sì. La gestione sostenibile della chimica è essenziale, e il nostro consorzio, in collaborazione con il Consorzio di Bardolino, è attivo fin dagli anni Ottanta in questo campo. Oggi, il 30% della nostra produzione ha una certificazione di sostenibilità, tra cui SQNPI e il biologico. Vogliamo che il consumatore sia consapevole di questi sforzi, poiché rappresentano un impegno concreto verso l’ambiente e i nostri clienti.

Un’ultima domanda: come vede la crescita dell’imprenditoria femminile nel settore vinicolo?

Il gender gap sta diminuendo nel settore, anche se c’è ancora strada da fare per aumentare la presenza femminile ai vertici delle aziende e nei consigli di amministrazione. Spero che sempre più donne si sentano pronte a entrare attivamente nella vita associativa.

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