Il progetto del MUVIN prende forma
di RedazioneUna giornata di dibattito e condivisione di buone pratiche tra i più importanti esperti e istituzioni del settore. Un network in costante crescita alla base della realizzazione del Museo Internazionale del Vino di Verona, che si candida a essere il soggetto di riferimento per la valorizzazione di questo patrimonio culturale globale e una grande opportunità di turismo evoluto e sostenibile. La Fondazione Museo del Vino MUVIN è stata la promotrice della seconda edizione dell’International Conference on Wine Museums, con il convegno I Musei del Vino tra Cultura, Innovazione e Promozione Territoriale, tenutosi il 25 ottobre nell’Auditorium Riccardo Borghero della Camera di Commercio di Verona.
Il convegno ha visto esperti del settore, accademici e imprenditori riunirsi per discutere il ruolo chiave dei musei e degli hub del vino nel panorama culturale, economico e territoriale. Un’occasione unica che, ancora una volta ha esplorato le sinergie tra tradizione e innovazione. La prima parte della giornata ha concentrato l’attenzione sullo sviluppo del MUVIN di Verona, destinato a diventare un riferimento internazionale per l‘intero settore, che si avvicina rapidamente a passare dalla fase progettuale a quella realizzativa.
Nel corso del convegno, sono stati illustrati gli avanzamenti del progetto ed è stato presentato il team internazionale di architetti, curatori scientifici ed esperti di tecnologie museali e multimediali, incaricato di affiancare la fondazione nel progetto. Tra questi l’esperto e Master of Wine anglo-australiano Steve Charters, gli studi d’architettura Ardielli Fornasa Associati con Mirko Scaratti e Capitale Cultura Group per i contenuti museali.
È stata, inoltre, presentata un’analisi condotta dall’Economic Living Lab, spin-off dell’Università di Verona, sugli effetti che il nuovo hub culturale avrà sul territorio: «L’impatto diretto e indiretto sull’economia della provincia ammonterà a circa 700 milioni di euro in 10 anni – spiega il Prof. Diego Begalli, Presidente della fondazione MUVIN e Prorettore dell’Università di Verona – La ricaduta sul sistema regionale e multiregionale raggiunge invece 3-400 milioni di euro con un moltiplicatore di 1 a 30, se consideriamo che l’investimento complessivo sarà nell’ordine di 20 milioni di euro. Si tratta di un impatto ben superiore alla media definita dagli studi più accreditati sull’economia della cultura».
A esporre il Business Plan 2024 del MUVIN, Enrico Ghinato, consigliere d’amministrazione della fondazione e già alla guida di parchi tematici del livello di Gardaland e Aquardens: «Il MUVIN impiegherà a regime circa 200 persone. Una vera e propria impresa culturale che, già nella fase di start up, raggiungerà l’equilibrio tra ricavi e costi di gestione e arriverà in cinque anni al traguardo di 350 mila visitatori e 7 milioni di fatturato. Ma l’aspetto ancora più importante – tiene a precisare il manager – riguarda il ricavo medio per visitatore, che si attesterà a 14 euro, grazie a un modello di business basato su un mix di esperienze e offerte, incluse degustazioni e merchandising. Un risultato che ci allinea ai più virtuosi standard internazionali di gestione museale».
Il Convegno si è tenuto a chiusura di una settimana che ha visto Verona ospitare l’evento annuale di Great Wine Capitals, che consolida il ruolo del capoluogo scaligero tra le capitali del vino nel mondo. L’evento è stato finanziato grazie al contributo della Regione Veneto, a seguito dell’approvazione di una proposta di legge – presentata dal consigliere regionale Enrico Corsi – che ha autorizzato la giunta regionale a concorrere alle iniziative assunte dalla Fondazione per realizzare il Museo Internazionale del Vino. «Nel 2020 il Consiglio Regionale all’unanimità ha approvato la legge sugli ecomusei del Veneto – ha detto Corsi – L’Italia, unico grande produttore d’Europa a non avere un museo internazionale del vino, ha oggi l’opportunità di costruire un hub culturale di ultima generazione e allineato ai linguaggi più moderni della multimedialità e del nuovo turismo culturale».
Molto ricco il panel degli ospiti che hanno animato la giornata, tra i quali la Citè du Vin di Bordeaux, i siti UNESCO delle Cantine della Moldavia e delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, il Tempio del Brunello di Montalcino e il Museo e Archivio Storico della Birra Peroni. A coordinare i dibattiti scientifici, esperti del calibro di Steve Charters (Burgundy School of Business di Digione), Roberta Garibaldi (Università di Bergamo), Maurizio Ugliano (Università di Verona). A moderare la giornata è stato il giornalista Mario Puliero.
«Penso che l’idea di un Museo del Vino qui a Verona – commenta Steve Charters, a capo del team di curatori scientifici del progetto – sia molto interessante. Sebbene esistano già percorsi museali dedicati al vino in Europa e nel mondo, questo progetto si contraddistingue per il fatto che il focus, a differenza degli altri casi, non sarà sul prodotto e la sua produzione, bensì sul valore culturale del vino. Ed è molto importante di questi tempi, perché penso che stiamo sottovalutando l’importanza di quest’aspetto fondamentale e delle figure associate, dai produttori ai consumatori. Penso che debba passare questo messaggio e che il progetto MUVIN possa essere un’ottima opportunità per farlo».
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