Minali: «In REVO stiamo già utilizzando l’AI per ottimizzare i processi»
di Matteo ScolariGiovedì 24 ottobre, durante la puntata speciale di Focus Verona Economia dedicata alla Settimana Veronese della Finanza, è stato ospite Alberto Minali, amministratore delegato di REVO Insurance. L’intervista ha fornito uno spaccato approfondito sull’innovazione e la crescita del settore assicurativo, con un focus particolare sull’internazionalizzazione e sull’utilizzo delle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale e la blockchain, ma anche sullo scenario che potrebbe aprirsi a seguito della pubblicazione, attesa, del decreto ministeriale che disciplinerà la materia sul rischi catastrofali.
Minali ha condiviso i dettagli sull’evoluzione di REVO, una compagnia nata con l’obiettivo di servire la piccola e media impresa italiana, un segmento determinante dell’economia nazionale, e ha raccontato i successi già raggiunti, come l’anticipo di un anno degli obiettivi del piano industriale.
Minali, REVO Insurance, la compagnia che ha fondato, si distingue per il suo carattere innovativo sul mercato assicurativo. Può raccontarci qualche dettaglio per il pubblico che ci segue da casa?
Certo. REVO Insurance è nata con l’obiettivo di servire la piccola e media impresa italiana, che rappresenta il 90% dell’occupazione del nostro sistema economico. Vogliamo offrire soluzioni assicurative innovative, essere più veloci, digitali e vicini ai clienti, soprattutto in un mercato che, purtroppo, è ancora sotto assicurato.
Una compagnia giovane, ma che sta già macinando numeri importanti. Parliamo della semestrale: i premi sono arrivati a 153 milioni di euro. È un dato da aggiornare?
Assolutamente sì. Avevamo previsto di chiudere il 2025 con 300 milioni di euro di premi, ma abbiamo raggiunto questo obiettivo con un anno di anticipo, nel 2024. Questo è stato possibile grazie al grande lavoro del team.
Un traguardo notevole, e non solo in Italia. REVO Insurance ha recentemente ottenuto l’autorizzazione per operare anche in Spagna. Quali sono i piani per questo mercato?
La Spagna è un mercato molto interessante per le piccole e medie imprese, simile all’Italia. Abbiamo stimato di realizzare circa 60-70 milioni di euro di premi in tre anni, utilizzando la stessa piattaforma tecnologica che abbiamo sviluppato in Italia. L’investimento è relativamente contenuto, meno di 2 milioni di euro, ma ci aspettiamo ottimi ritorni.
Prima di entrare nel dettaglio delle vostre specializzazioni, quali sono le vostre linee di business principali?
Le nostre linee principali sono le Specialty Lines e le polizze parametriche. Le Specialty Lines si riferiscono a rischi particolari, come le cauzioni e le responsabilità professionali, mentre le polizze parametriche si basano su eventi specifici, non sulla tradizionale denuncia del sinistro. Per esempio, abbiamo sviluppato prodotti per i produttori di miele che li proteggono contro il rischio di eccessi o deficit di temperatura. Tutto questo viene gestito tramite una piattaforma tecnologica su blockchain.
Un altro tema di cui si parla molto è quello dei rischi catastrofali. Cosa ne pensa?
Il mercato degli asset che potrebbero essere interessati da eventi catastrofali ha un valore stimato di circa 1.600 miliardi di euro. Tuttavia, oltre alla copertura assicurativa, è necessario migliorare la gestione del territorio per ridurre i danni. In futuro, le assicurazioni potrebbero svolgere un ruolo chiave nel fornire un immediato supporto economico agli imprenditori colpiti da disastri naturali.
L’innovazione gioca un ruolo centrale nel mondo assicurativo, e l’intelligenza artificiale sembra essere una delle frontiere più promettenti. Qual è la vostra visione in merito?
L’intelligenza artificiale è una parte integrante del nostro futuro, ma non sostituirà le persone. Al contrario, ci aiuterà a migliorare la qualità del lavoro. Stiamo già utilizzando l’AI per ottimizzare i processi, come ridurre il tempo necessario per gestire una polizza da 70 a 50 minuti, con l’obiettivo di scendere ulteriormente a 30. Il prossimo passo sarà integrare ulteriormente la tecnologia, ma sempre con l’obiettivo di migliorare l’efficienza e non di ridurre il personale.
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