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Marchi: «Digitalizziamo, ma rimane fondamentale il contatto con il cliente»

di Matteo Scolari
Il direttore generale di Banca Veronese, Andrea Marchi, interviene a Focus Verona Economia parlando dell'evoluzione del sistema bancario, in particolare sulla digitalizzazione, che non deve sostituire però la relazione umana.

Nel corso del quarto appuntamento della 20esima edizione della Settimana Veronese della Finanza, trasmesso durante Focus Verona Economia, Andrea Marchi, Direttore Generale di Banca Veronese, ha discusso dell’andamento economico della provincia di Verona, delle sfide affrontate dal settore bancario e del ruolo della banca nel sostenere il territorio.

Direttore, cominciamo con una panoramica sull’economia veronese. Come stanno andando i vari settori?

La nostra banca ha un osservatorio privilegiato sul territorio veronese, coprendo una vasta area da Bussolengo fino a Cerea. Stiamo vedendo una situazione mista: il settore manifatturiero ha numeri stabili rispetto agli anni precedenti, ma l’export sta risentendo delle incertezze geopolitiche e della crisi in Germania, anche se ci sono segnali di ripresa. L’agricoltura, in particolare l’export agroalimentare, continua a essere uno dei punti di forza di Verona. Nei primi sei mesi del 2024, l’export vitivinicolo ha raggiunto i 2,2 miliardi di euro, confermando Verona come leader nell’export di vino a livello nazionale. Anche l’occupazione è in crescita, con dati molto positivi da Veneto Lavoro, ma l’incertezza economica frena gli investimenti da parte delle imprese.

A proposito di incertezza, l’aumento dei tassi di interesse ha avuto un impatto significativo. Come avete affrontato questo problema?

L’aumento dei tassi da parte della BCE a partire da settembre 2022 ha ridotto la domanda di finanziamenti sia da parte delle imprese che delle famiglie. Le imprese con meno liquidità hanno trovato difficoltà a gestire i costi crescenti, mentre le famiglie hanno visto raddoppiare le rate dei mutui. Per alleviare la situazione, abbiamo introdotto misure come l’estensione della durata dei mutui, il passaggio da tassi variabili a tassi fissi e la riduzione temporanea dello spread. Fortunatamente, stiamo iniziando a vedere una leggera riduzione dei tassi, e ci aspettiamo che entro fine anno l’euribor a tre mesi scenda sotto il 4%, il che sarà un grande sollievo per famiglie e imprese.

E proprio a riguardo, cosa consiglia oggi ai clienti? Fisso o variabile?

Non è mai facile prevedere il mercato. Fino a poco tempo fa consigliavamo il tasso fisso, ma oggi con l’IRS stabilizzato tra il 2,2% e il 2,5%, la scelta tra fisso e variabile diventa meno netta. Il tasso variabile potrebbe iniziare più alto, ma con la prospettiva di calo dei tassi, potrebbe risultare conveniente nel medio termine. Tuttavia, tutto dipende dall’evoluzione dell’inflazione: se dovessimo assistere a un nuovo shock sui prezzi dell’energia, la BCE potrebbe rivedere la sua politica.

Passando a un altro tema importante, si parla sempre più di sostenibilità e criteri ESG. Come si inserisce la vostra banca in questo contesto?

Noi di Banca Veronese siamo banche del territorio e crediamo fermamente che una comunità prospera faccia prosperare anche la banca. Non distribuiamo dividendi, ma reinvestiamo gli utili nel patrimonio e nelle iniziative benefiche. Recentemente abbiamo donato un pulmino alla Croce Rossa Italiana del Basso Veronese e abbiamo sostenuto l’Associazione Italiana Distrofia Muscolare. La nostra missione è restituire al territorio ciò che ci offre, sostenendo progetti culturali, sportivi e sociali. Tuttavia, non possiamo limitarci a questo: è essenziale evolvere, offrire servizi migliori e mantenere la nostra radice di banca del territorio, ma con uno sguardo verso il futuro.

Nonostante la crescente digitalizzazione, la vostra banca continua a puntare sul rapporto umano. Come riuscite a mantenere questo equilibrio?

Per noi è fondamentale mantenere una relazione diretta con i clienti. Anche se la digitalizzazione sta trasformando il settore, le BCC sono spesso l’unica banca presente in molti piccoli comuni italiani. Abbiamo fatto passi avanti nella digitalizzazione, ma crediamo che il rapporto umano sia essenziale. Il nostro obiettivo è continuare a essere una banca moderna, ma senza dimenticare le nostre radici.

Concludiamo parlando di formazione. Voi avete un forte focus su questo aspetto, giusto?

Sì, la formazione è cruciale per offrire la migliore consulenza possibile. Lo scorso anno abbiamo dedicato oltre 8.500 ore di formazione ai nostri dipendenti e quest’anno abbiamo già superato questo numero. Inoltre, organizziamo corsi per la comunità e i soci. Per esempio, abbiamo collaborato con il Liceo Minghetti per un progetto di educazione finanziaria e abbiamo tenuto una serata a Bovolone sulle frodi informatiche, in collaborazione con i Carabinieri e una società di monetica. La sicurezza informatica è una priorità per noi, e riteniamo importante sensibilizzare la comunità su questi temi.

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