Cenzato: «Nonostante le dimensioni, manteniamo una forte vicinanza al territorio»
di Matteo ScolariNel quarto appuntamento della 20esima edizione della Settimana Veronese della Finanza, il programma Focus Verona Economia ha dedicato ampio spazio al settore bancario e assicurativo scaligero. Durante la trasmissione sono intervenuti diversi ospiti di rilievo, tra cui Luca Cenzato, Responsabile Area Territoriale Verona di BCC Veneta. Cenzato ha offerto una panoramica dei primi risultati della nuova banca, nata dalla fusione tra BCC Verona e Vicenza e BCC Patavina, entrata in piena operatività a febbraio 2024.
Cenzato, parliamo della fusione che ha portato alla nascita di BCC Veneta. A distanza di qualche mese dall’operatività, quali risultati potete già presentare?
Devo dire che i risultati di questi primi mesi sono estremamente soddisfacenti. Abbiamo appena pubblicato la nostra semestrale, che mostra una crescita importante delle masse amministrate, che hanno superato i dieci miliardi di euro. In questo periodo, siamo cresciuti di circa 550 milioni, con aumenti del 3% nella raccolta diretta e del 15% in quella indiretta, dove abbiamo registrato anche una crescita significativa della raccolta gestita. Inoltre, gli impieghi sono cresciuti del 2,5%, il che dimostra che stiamo andando in controtendenza rispetto al mercato, consolidando il nostro impegno nel sostenere la comunità locale.
Un altro dato interessante è l’aumento del numero dei soci, che ha superato i 30.000. Qual è il ruolo dei soci nella struttura cooperativa della banca?
I soci rappresentano una parte fondamentale del nostro modello di banca cooperativa. Attualmente contiamo più di 150.000 clienti e oltre 30.000 soci, distribuiti su un territorio molto vasto che va da Peschiera del Garda fino a Chioggia e da Mantova fino quasi al confine con il Trentino. Abbiamo 94 filiali e un team di oltre 740 persone. Nonostante l’ampliamento del nostro territorio, manteniamo una forte vicinanza alle comunità locali attraverso i nostri tre poli territoriali: Verona, Vicenza e Padova.
In questo contesto di crescita, come affrontate le sfide poste dai tassi elevati della BCE e l’impatto che hanno avuto sulle richieste di credito?
È innegabile che gli ultimi due anni siano stati impegnativi per la domanda di credito, in particolare da parte delle imprese. Tuttavia, nonostante il contesto difficile, siamo riusciti a crescere del 2,5% negli impieghi, grazie anche alle opportunità che la fusione ci ha offerto per espandere i nostri mercati. La nostra forza risiede nella presenza territoriale e nel modello di filiale, che continua a essere un punto di riferimento per i clienti, offrendo consulenze trasversali su raccolta, impieghi e altri servizi.
Aprire nuove filiali in un contesto in cui molte banche le stanno chiudendo sembra andare controcorrente. Come bilanciate la presenza fisica sul territorio con la digitalizzazione?
È una sfida complessa, ma per noi la relazione umana rimane al centro. La digitalizzazione è un supporto fondamentale, ma non sostituisce il rapporto diretto con i clienti. Abbiamo sviluppato strumenti digitali, come il nostro Relax Banking per l’home banking e la Wealth Management Platform per la gestione degli investimenti, che facilitano le operazioni a distanza. Tuttavia, riteniamo che il contatto diretto, in particolare nelle filiali, sia imprescindibile per offrire consulenze di valore ai nostri clienti.
Parliamo anche dei criteri ESG. Come la banca sta integrando questi principi nelle sue strategie?
I criteri ESG sono ormai un pilastro nelle decisioni bancarie. Seguiamo le linee guida della BCE e della nostra capogruppo Iccrea, che ci guida in questo percorso. Siamo impegnati non solo nella concessione di credito conforme ai criteri ESG, ma anche nell’offrire prodotti d’investimento che rispettino tali standard. Ogni anno, pubblichiamo una dichiarazione consolidata non finanziaria, rendicontando tutte le attività e gli investimenti legati alla sostenibilità.
Quali sono le principali sfide che la vostra banca dovrà affrontare in futuro, soprattutto considerando il contesto veronese?
La nostra sfida principale è mantenere l’unicità del nostro modello cooperativo, continuando a essere una banca di comunità e di relazione. Nonostante l’incertezza economica globale, il nostro obiettivo è rimanere fedeli al nostro DNA di banca del territorio. Il contesto veronese è vivace e dinamico, con una forte capacità di risposta da parte delle imprese e delle associazioni locali. Questo ci dà fiducia per il futuro e ci spinge a continuare a lavorare per sostenere la crescita del territorio.
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