Bulighin (Confcooperative): «Difendiamo il valore del vero modello cooperativo»
di RedazioneAll’interno della 20esima Settimana Veronese della Finanza, Focus Verona Economia, in onda su Radio Adige TV, ha ospitato Davide Bulighin, direttore di Confcooperative Verona. L’intervista condotta da Matteo Scolari ha toccato diversi settori chiave per l’economia veronese, dal vino alla zootecnia, con particolare attenzione al ruolo della cooperazione.
Direttore, partiamo ricordando qualche numero su Confcooperative per il pubblico che ci segue da casa. Quali sono i dati che caratterizzano questa realtà sul nostro territorio?
Confcooperative è la principale associazione di rappresentanza dell’economia cooperativa a Verona. Associa oltre 216 cooperative, per un valore della produzione di circa 3,5 miliardi di euro. Conta su un totale di circa 24.000 soci, con 7.380 soci lavoratori nelle cooperative a mutualità di lavoro e circa 9.000 addetti. Numeri importanti che testimoniano quanto il radicamento territoriale dell’economia cooperativa sia forte nella nostra provincia.
Uno dei settori trainanti dell’economia veronese è quello agroalimentare, in particolare il vino. Come sta andando la vendemmia del 2024 e quali sono le aspettative?
La vendemmia del 2024 ha visto una produzione leggermente inferiore per i vini bianchi, a causa delle gelate primaverili e delle piogge estive che hanno favorito lo sviluppo di malattie come la peronospora. Tuttavia, il Pinot Grigio ha registrato buone performance. Per i vini rossi, la produzione è in linea con le aspettative, con un buon livello qualitativo. Dal punto di vista dell’export, gli Stati Uniti e la Russia sono i mercati principali, mentre il mercato interno appare più prudente.
L’export sembra essere trainante, ma ci sono delle difficoltà, soprattutto nel Nord Europa. È corretto?
Sì, il Nord Europa, in particolare la Germania, sta attraversando un momento di stagnazione economica, e questo si riflette anche nelle esportazioni di vino. La Germania è il primo cliente dell’Italia, quindi la sua crisi è particolarmente preoccupante. Tuttavia, gli Stati Uniti e la Russia stanno compensando con ottime performance.
Parlando di zootecnia da latte, un altro settore chiave per Verona, quali sono le prospettive?
Il settore della zootecnia da latte è in buona salute. I prezzi sono stabili, intorno ai 50-55 centesimi al litro, e le nostre cooperative stanno registrando ottime performance, soprattutto grazie alla trasformazione in grandi DOP come Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Anche l’export è molto positivo, con Stati Uniti e Canada che stanno crescendo come mercati importanti per i nostri prodotti.
Ci sono settori che soffrono maggiormente? Penso, ad esempio, all’ortofrutta.
Il settore dell’ortofrutta sta affrontando sfide importanti, legate principalmente ai cambiamenti climatici e alla carenza di manodopera nei campi. La tropicalizzazione del clima ha ridotto le produzioni, e la difficoltà a reperire lavoratori, soprattutto attraverso il decreto flussi, complica ulteriormente la situazione. Inoltre, la catena del valore è sbilanciata: solo una piccola parte del prezzo pagato dal consumatore arriva effettivamente al produttore.
Parliamo anche del rinnovo del contratto nazionale di lavoro per la cooperazione sociale, avvenuto a febbraio 2024. Quali sono le conseguenze di questo rinnovo?
Il rinnovo prevede un aumento del 15,18% in tre anni, che impatta fortemente su strutture “labour intensive” come quelle della cooperazione sociale. In queste realtà, il costo del personale rappresenta l’80-95% del totale dei costi, quindi un aumento di questa entità richiede un adeguato riconoscimento da parte delle pubbliche amministrazioni, pena la non sostenibilità delle attività di welfare che le nostre cooperative svolgono sul territorio.
Per chiudere, un tema importante è quello del pregiudizio reputazionale verso il mondo cooperativo. Come si può affrontare questa percezione?
Purtroppo, le cosiddette cooperative spurie, che non rispettano i principi dell’economia cooperativa, creano danni reputazionali a tutto il settore. Stiamo vedendo una migrazione di questi comportamenti illeciti verso altre forme societarie, come le SRL, ma Confcooperative continua a vigilare per difendere il valore del vero modello cooperativo, che è una risorsa fondamentale per il nostro territorio.
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