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Marmomac, Larizza: «Stiamo lavorando per soluzioni sempre più sostenibili»

di Redazione
Donato Larizza, presidente di ASMAVE, sostiene che Marmomac sia fondamentale per promuovere la qualità dei prodotti italiani, mentre il settore si scontra con la concorrenza internazionale e la necessità di formazione per le nuove generazioni.

A pochi giorni dall’inizio dell’edizione 2024 di Marmomac, Focus Verona Economia ha ospitato Donato Larizza, presidente di ASMAVE (Consorzio Marmisti Veronesi), per discutere delle sfide attuali e future del settore lapideo. L’intervista ha toccato temi chiave come la concorrenza internazionale, la qualità dei prodotti italiani e l’importanza della formazione delle nuove generazioni.

Marmomac è in casa a Verona e sicuramente per voi marmisti veronesi è l’appuntamento dell’anno.

Direi proprio di sì. Questa manifestazione attira molti clienti e professionisti che cercano di capire cosa possiamo offrire con le nostre aziende. Dobbiamo tenercela stretta e curarla bene. La fiera fa un grande lavoro di incoming e inviti, aiutando a mantenere il nostro settore al primo posto mondiale come produttori e trasformatori di pietra naturale.

ASMAVE è un consorzio nato nel 1972. Se non sbaglio avete festeggiato da poco i cinquant’anni.

Sì, abbiamo festeggiato i cinquant’anni due anni fa, quindi siamo a cinquantadue anni. Dovrebbe essere il consorzio di pietra naturale più longevo al mondo.

Parliamo delle recenti attività. Qualche giorno fa lei ha avuto l’occasione di andare in Europa, davanti all’ambasciatore d’Italia in Belgio, insieme a Filiberto Semenzin di Verona Stone District, su invito dell’onorevole Paolo Borchia. Di cosa avete parlato?

Siamo andati per capire e conoscere. L’onorevole Borchia ci ha organizzato un programma molto serrato e interessante. Abbiamo incontrato diverse realtà istituzionali, tra cui l’ambasciatrice Federica Favi. Abbiamo parlato delle nostre sfide, in particolare della concorrenza sul mercato internazionale. Le aziende del veronese sono fortemente orientate all’esportazione, con una percentuale che va dall’80% al 95%. Siamo svantaggiati dai costi dell’energia e della manodopera. Inoltre, alcuni concorrenti internazionali acquistano blocchi di pietra sul mercato italiano, li lavorano all’estero e li rivendono a prezzi inferiori ai nostri. Vorremmo che i blocchi venissero esportati come semilavorati, permettendo di far lavorare più aziende e persone.

La politica deve fare la sua parte in questo contesto.

Sicuramente. In alcuni paesi, come India e Pakistan, esiste già una regolamentazione che impone di esportare solo il semilavorato. Questa pratica potrebbe essere adottata anche dal Sud America in futuro. Sarebbe un filtro che darebbe lavoro alle aziende del territorio.

Marmomac è anche un’occasione per far passare questi messaggi e ricordare ai potenziali buyer il valore etico del nostro lavoro.

Esatto. In quest’ambito, stiamo anche lavorando sul riciclo dei materiali reflui dalla lavorazione, come fanghi e scarti, cercando di trovare soluzioni sostenibili. Stiamo studiando diversi metodi per evitare di collocarli in discarica e riutilizzarli.

La qualità è sicuramente un punto di forza della produzione italiana. Avete presentato delle pubblicazioni tecniche per promuovere questa qualità. Ci può spiegare il loro scopo?

In collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Verona, abbiamo realizzato delle pubblicazioni per formare i professionisti del settore. Il primo volume, presentato lo scorso anno, coinvolge diversi settori successivi alla lavorazione, come la messa in opera e il trattamento dei materiali. Quest’anno abbiamo presentato “Dal Tecnico Produttivo al Tecnico Estetico,” dove presentiamo progetti realizzati in pietra naturale, spiegando i processi di lavorazione e installazione.

La qualità della produzione italiana è indiscussa, ma per garantire il futuro di questo settore è necessario formare nuove generazioni. Avete presentato una scuola di alta formazione a Marmomac l’anno scorso. Ce ne parla?

Sì, abbiamo lanciato una scuola di alta formazione per trasmettere le competenze acquisite in una vita lavorativa a chi vuole entrare nel settore. Questo corso di un anno, che si svolge il venerdì e il sabato mattina, copre vari aspetti, dalla lavorazione al commercio e al marketing. L’obiettivo è preparare i corsisti a evitare contestazioni e a consigliare i clienti, diventando partner di questi ultimi e non limitandosi a vendere solo in base al prezzo.

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