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Nasce il comitato per il traforo delle Torricelle

di Redazione
L’obiettivo di costruire un passante a nord della città non è stato accantonato. Ieri sera, durante un incontro fra diversi sindaci, consiglieri regionali e cittadini del territorio, è nato il comitato “Verona per il traforo”. Criticate le scelte dell’Amministrazione Tommasi, che invece ha puntato sulla strada di gronda.

È nato ieri sera un nuovo comitato per promuovere la costruzione del traforo delle Torricelle. L’obiettivo e la speranza sono di chiudere l’anello circolatorio a nord di Verona, per agevolare la viabilità e risolvere alcuni annosi problemi del traffico cittadino.

Succede a poco meno di un anno da quando l’Amministrazione comunale di Verona mise una pietra sul progetto del traforo delle Torricelle, destinando alla strada di gronda i 54 milioni di euro accantonati dalla società A4 Holding per le infrastrutture a servizio della città. Fondi che nei vent’anni precedenti erano stati invece indirizzati alla realizzazione di un passante a nord di Verona, ovvero un traforo delle Torricelle (diverse le ipotesi progettuali circolate negli anni).

Ieri sera, mercoledì 4 settembre, alla Birreria Pedavena di San Martino Buon Albergo, si è svolto un incontro per la costituzione del Comitato “Verona per il Traforo”. Presenti cinque consiglieri regionali: Enrico Corsi e Marco Andreoli (Lega), Alberto Bozza (Forza Italia), Stefano Valdegamberi (gruppo Misto) e Tomas Piccinini (Veneta Autonomia). L’evento ha visto la partecipazione anche di tredici sindaci provenienti da diversi comuni della provincia veronese, nonché di altri amministratori, rappresentanti del settore imprenditoriale e cittadini interessati al tema. Significative le presenze da diverse zone della parte nord della provincia: dell’Est Veronese, della Valpantena, della Lessinia e della Valpolicella.

Già la scorsa primavera, il 6 aprile, si era tenuta una riunione sul tema con alcuni dei consiglieri regionale, in sala Lucchi a Verona, quando era stato di nuovo riaperto il tema. Già allora erano state sollevate le esigenze sia dei territori della Valpantena, sia della Valpolicella.

Un vecchio rendering di un progetto per il traforo delle Torricelle
Un vecchio rendering di un progetto per il traforo delle Torricelle

Durante la serata, i partecipanti hanno discusso delle criticità viabilistiche che interessano il territorio, mettendo in luce la necessità di nuove infrastrutture per sostenere lo sviluppo economico, migliorare la mobilità e ridurre il traffico.

Durante la serata è stata sottolineata la necessità di un passante a nord che colleghi la Valpantena e la Valpolicella, passando per il nodo a nord di Parona fino al casello di Verona Nord. Questa arteria viaria avrebbe l’obiettivo di decongestionare il traffico in aree critiche come Veronetta, il Teatro Romano, via Mameli e via Ca’ di Cozzi, riducendo anche l’inquinamento nelle zone più densamente trafficate. Evidenziata anche la presenza nella zona degli ospedali di Borgo Trento e Negrar.

Il traffico, già congestionato in molte aree della città, secondo i partecipanti alla serata di ieri è destinato a peggiorare ulteriormente con la riduzione delle corsie per la realizzazione del filobus, in particolare su via Mameli e Ca’ di Cozzi.

La critica all’Amministrazione Tommasi

Durante il dibattito è emerso il disappunto nei confronti dell’Amministrazione Comunale di Verona per aver dirottato i 54 milioni di euro disponibili per l’opera, destinandoli invece alla realizzazione della gronda a sud, strada extra urbana. «Questa decisione è stata presa senza un adeguato coinvolgimento del Consiglio Comunale, delle associazioni cittadine e delle istituzioni pubbliche» secondo il comitato “Verona per il traforo”.

Inoltre, è stato portato come argomento quello delle tempistiche e dei vantaggi per il contrasto all’inquinamento: l’attuale viabilità costringe molti mezzi, sia pesanti che leggeri, a percorrere un tragitto allungato di circa 25 km per raggiungere le aree est/ovest della città, con tempi di percorrenza che potrebbero essere ridotti da 30 a meno di 10 minuti grazie al traforo a nord. «Si stima che i cittadini veronesi impieghino fino a 40 minuti per attraversare il tratto nord della città durante le ore di punta, contribuendo così a un aumento significativo dell’inquinamento e dei costi» dicono dal comitato.

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I tratti rossi a nord e a sud sono rispettivamente quelli riguardanti Rfi e variante alla Statale 12. I tre tratti blu, azzurro e giallo compongono il completamento della nuova strada di gronda.
La strada di gronda. I tratti rossi a nord e a sud sono rispettivamente quelli riguardanti Rfi e variante alla Statale 12. I tre tratti blu, azzurro e giallo compongono il completamento della nuova strada di gronda

Obiettivi del comitato

Tutti i presenti hanno espresso all’unanimità il loro impegno a costituire e aderire al Comitato Verona per il Traforo. Sebbene consapevoli dei costi di realizzazione, è stato evidenziato di «valutare la realizzazione a stralci per la costruzione del primo tratto del traforo, con una canna lunga circa 2 km e altri 2 km in trincea fino al parcheggio del futuro filobus a Ca’ di Cozzi».

Si è sollevata la domanda sul perché, nonostante la disponibilità dei fondi, non sia stato richiesto un ulteriore finanziamento dai fondi PNRR, come è stato fatto in altre città italiane, come per esempio

  • Tangenziale di Vicenza 5,3 Km , costo 86 milioni di euro,
  • Bosco dello Sport a Mestre finanziato dal Governo per 93,5 milioni di euro,
  • Tunnel Sub portuale di Genova 4,2 Km costo circa un miliardo di euro.

«Si ricorda inoltre che un’altra possibilità di finanziamento potrebbe essere il project management che viene utilizzato per finanziato varie opere nel nostro Paese» concludono dal comitato.

I presenti

Oltre ai già citati consiglieri regionali, erano presenti ieri sera diversi sindaci del territorio: Arturo Alberti di Grezzana, Giulio Furlani di San Martino Buon Albergo, Antonio Bertaso di Cerro Veronese, Stefano Marcolini di Roverè Veronese, Mario Varalta di Velo Veronese, Claudio Melotti di Bosco Chiesanuova, Alessio Leso di Erbezzo, Raffaello Campostrini di Sant’Anna d’Alfaedo, Roberto Albino Zorzi di Sant’Ambrogio di Valpolicella, Gerardo Zantedeschi di San Pietro in Cariano, Daniele Zivelonghi di Fumane, Fausto Rossignoli di Negrar di Valpolicella.

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