SPI Cgil: «Nuovi posti letto per anziani, ma la programmazione regionale resta carente»
di Matteo ScolariIl 27 agosto 2024, a Verona, è stata comunicata l’assegnazione di un centinaio di nuovi posti letto extra-ospedalieri per anziani non autosufficienti nella provincia. Tale decisione è frutto della ricognizione del fabbisogno di residenzialità effettuata dai Comitati dei Sindaci dei Distretti 1 e 2 (Verona Città ed Est Veronese) lo scorso 11 luglio. In particolare, sono stati assegnati 85 posti letto, di cui 45 derivanti dalla programmazione socio-sanitaria in vigore per il periodo 2023-2025, e 40 da quella precedente, disponibili a causa di rinunce da parte di enti assegnatari.
Una situazione simile si è verificata a febbraio 2024 nel Distretto 3 (Pianura veronese), con l’assegnazione di 8 nuovi posti letto, mentre il Distretto 4 (Ovest Veronese) mostra una disponibilità residua di una ventina di posti. Complessivamente, con l’attuazione dei Piani di Zona distrettuali per il triennio 2023-2025, la provincia di Verona ha incrementato la disponibilità di circa 100 posti letto.
Adriano Filice, segretario generale dello Spi Cgil Verona, ha commentato: «C’è un impegno apprezzabile da parte dei Sindaci nel cercare di ridurre le liste d’attesa nelle case di riposo, un problema esploso nel post-Covid e accentuato dai cambiamenti demografici della nostra società. Tuttavia, la programmazione regionale rimane insufficiente: con oltre 1.700 persone in lista d’attesa, l’incremento di 100 posti è solo una goccia nell’oceano del bisogno». Filice sottolinea che le assegnazioni attuali potrebbero riguardare strutture ancora in fase di progettazione e non immediatamente operative. Inoltre, queste assegnazioni richiedono il successivo accreditamento dalla Regione e la definizione della quota di posti attivi coperti da impegnativa di residenzialità.

Al maggio 2024, nel Veronese risultavano attivi 5.495 posti letto, con circa 4.600 impegnative. La delibera regionale 996 del 9 agosto 2022 stabiliva un fabbisogno teorico di 5.862 posti, ma la disponibilità reale al 1° gennaio 2022 era di 5.283 posti. Le ricognizioni straordinarie dei Piani di Zona 2021 e 2022 avevano indicato un fabbisogno molto superiore, pari a 6.197 posti letto. La programmazione regionale 2022 ha stabilito un tetto massimo di posti accreditabili, limitando la capacità di azione dei Sindaci per il periodo 2023-2025.
Il contesto regionale vede circa 60.000 anziani non autosufficienti, molti dei quali necessitano di assistenza sanitaria continua, evidenziando un bisogno di cura che supera di gran lunga le risorse disponibili. Filice critica la mancanza di progettualità e di una riforma adeguata per le case di riposo nel Veneto, nonché l’insufficiente sostegno ai caregiver e all’assistenza domiciliare, ancora allo stato embrionale.
«La maggior parte degli ospiti nelle case di riposo presenta punteggi Svama superiori a 80, indicando gravi condizioni di salute, e il 40% soffre di patologie dementigene», continua Filice. «Serve un ripensamento profondo delle strutture per adattarsi a questa nuova realtà sanitaria e sociale, con investimenti significativi sia da parte della Regione che del Governo, che finora hanno mancato di fornire risorse aggiuntive».
Filice conclude lanciando un appello alla società e alle istituzioni per un maggiore impegno verso gli anziani non autosufficienti: «Questa categoria, tra le più fragili e dimenticate, non ha voce nel dibattito pubblico. È nostro dovere far emergere le loro necessità e diritti, ponendo al centro dell’agenda politica la dignità degli anziani nella nostra società».
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