G7, si parte il 13 marzo con un “B7” dedicato all’industria

Capi di Stato, di Governo, ministri, rappresentanti diplomatici più tecnici vari: le riunioni del G7 sono un trionfo di geopolitica e Verona non farà eccezione. Ma ci sarà anche una solida presenza di economia e industria, di discussioni e proposte da mettere sul tavolo e far progredire verso la messa in cantiere. Nel team italiano c’è anche un pezzo di impresa veronese, con Paolo Errico, il CEO di Maxfone che è il vicepresidente nazionale delle PMI di Confindustria con la delega all’innovazione e alla transizione digitale.

Il B7 è come una federazione di aziende, un rilevante gruppo di lavoro del G7: nato nel 2007, riunisce le associazioni di imprese dei Paesi del G7 e della UE, da Confindustria alle Camere di commercio degli Stati Uniti e del Canada, col Medef francese, la BDI tedesca, il Keidanren del Giappone, la CBI per il Regno Unito e la Business Europe dell’Unione. Rappresenta e coordina gli interessi e le posizioni degli imprenditori e sviluppa le proposte rivolte ai leader del G7. A Verona verranno infatti presentate varie raccomandazioni su temi prioritari.

Gli spunti elaborati per l’occasione, uniti nello slogan “Leading the transitions together” (guidare le transizioni insieme), saranno illustrati dal team italiano guidato da Emma Marcegaglia. L’advisory board ha delineato quattro direttrici da portare all’attenzione dei big: l’impatto dell’incertezza globale sulle catene del valore; le transizioni climatica, energetica e ambientale; l’opportunità che verranno dalla data economy e dalle tecnologie digitali; e la valorizzazione dei talenti nel mercato del lavoro. C’è poi una quinta priorità trasversale: è quella dell’Intelligenza Artificiale, diffusa in ogni settore e in rapidissimo sviluppo.

Al G7, nella sezione B7 rivolta al business, Errico verrà chiamato a partecipare a uno dei dibattiti più attuali e incombenti per la modernizzazione economica. L’Intelligenza Artificiale è la rivoluzione di cui non abbiamo ancora ben chiaro il perimetro sia scientifico che produttivo ed etico, ma che in Italia è da tempo in cima al confronto non solo culturale. Cosa è possibile attendersi quindi dal B7 di Verona? «Sarà in gran parte un momento operativo, mentre il G7 sarà il tavolo istituzionale per gli orientamenti macro – sottolinea -. Il gruppo tecnico formato da Confindustria e dai colleghi stranieri affronterà l’impatto della AI sui sistemi industriali e su come trarne i migliori benefici per lo sviluppo».

Errico per le PMI e la trevigiana Katia Da Ros, a sua volta vice di Bonomi per ambiente, sostenibilità e cultura, arriveranno con un documento che chiarirà il contesto, le prospettive, potenziali problemi e le ipotesi su come affrontarli. Ma quali saranno i contenuti della discussione sull’AI? Paolo Errico sottolinea che «uno dei punti cardine è che bisognerà ridiscutere la regolamentazione su questa tecnologia, senza però inibire lo sviluppo delle aziende. Occorre evitare che gli Stati Uniti, i colossi digitali multinazionali e gli altri Paesi più interessati all’uso dell’intelligenza artificiale lascino gli europei a scornarsi sulle regole e sugli aspetti etici e intanto si prendano il mercato. Ci è già successo nella UE con la privacy e il GDPR -, sottolinea – quindi è meglio vigilare su questo».

Agli imprenditori preme poi l’enorme impatto che l’AI, collegata alla raccolta e all’utilizzo dei dati, avrà sulle imprese grandi e soprattutto piccole. «Ora siamo presi da testi, foto, video: ma bisogna andare oltre – dice –. Immaginiamo che la AI sia l’agent, un tuo consulente digitale che usa i dati per dirti come gestire l’azienda e produrre meglio, dialoga con i giovani e il personale qualificato. La tecnologia digitale stessa ti rende più efficiente e sostenibile: il processo se ne avvantaggia e aiuta a colmare il gap di competenze, mettendole alla portata anche delle Pmi e delle micro-imprese, alla base dell’economia veronese».

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