Cattolica: ai soci la parola nella prossima assemblea, per derimere la diatriba in atto.
di admin Memori del passato prestigio quando Verona poteva contare su grandi realtà finanziarie, quali la Cassa di Risparmio e la Mutua Popolare, che nessuno dei nostri grandi attori istituzionali (politici o enti territoriali) hanna saputo salvaguardare, cerchiamo ora di mantenere questa grande realtà a Verona. Molti gli appetiti di finanzieri d’assalto o di finti imprenditori che vorrebbero con due soldi farne quattro in poco tempo. Su questo grandi e piccoli opinionisti ospitati su grandi giornali nazionali ocntinuano a esprimersi concludendo che tutti i mali stanno nella forma cooperativa della societa Cattolica. E’ del tutto evidente che chi vuole speculare legittimamente può sostenere questa tesi,ma sta di fatto che spesso quel termine , legittimamente, viene spesso interpretato (vogliamo pensare positivo) in modo molto garibaldino e lascio a voi sottolineare quanto rosso fosse garibaldino.
E’ pure del tutto evidente che la platea dei soci che sarà chiamata ad aprile ad esprimersi sulla gestione ordinaria del 2019 potrà sostenere largamente, come a chi scrive pare, che non è la forma cooperativa che rende ingestibile la società ma la gestione stessa. Se una azienda storica è ben gestita, con prudenza e accortezza, essa darà sempre soddisfazione ai suoi soci, in specie se è cooperativa. Nel mondo la cooperazione è sinonimo di solidarietà e gestione verso la società, a maggiorn ragione una società che si rifà col nome e la storia a principi e valori attinti direttamente dai valori morali che hanno ispirato la Rerum Novarum. E la crescita della società non è per nulla impedita da una sana e prudente gestione, spazi di crescita ce ne sono tantissimi nel mondo della finanza mondiale, occorre un po’ di sacrifico e competenze, che onestamente sono la cosa che pare mancante di più in molti pluri-titolati soggetti. Una cosa che invece non manca nel mondo sono i soldi, basta dimostrare di avere la sensibilità che il noto motto latino recita da secoli:
Pecunia, si uti scis, ancilla est, si nescis, domina!
Ciò specificato nulla impedisce che la società rimanga cooperativa ai fini di una corretta gestione profittevole, nulla se non appetiti eccessivi e smisurati di qualche speculatore che, presentandosi con le vesti di agnello, cela sotto il biancore il vello nero del predatore. Che poi governanti improvvidi, per cercare di risovere annose questioni, assai dibattute, intervengano con l’accetta a dipanare il nodo gordiano della governance delle cooperative finanziarie sia possibile anche nel nostro caso, è un rischio che potremmo correre vista la lontananza del Governo dal nostro territorio. E’ palese infatti che Verona e la sua finanza non sia gradita a certo mondo economico insediato a Roma e si sia fatto di tutto per scardinarla, col beneplacito di alcuni veronesi ed il disintresse di molti. Ma questi sono giudizi da lasciare allaStoria. Noi ora veronesi, e soci di cattolica ovunque residenti interessati alla nostra cooperativa, dovremmo batterci perchè Cattolica, fatti gli opportuni aggiustamenti statutari, si riprenda e torni ad essere quella grande istituzione finanziaria che era. Per questo e tanto altro di similare, nelle prossime settimane non deve mancare l’appoggio dei soci a questa linea di condotta chiara e costruttiva che si scontrerà invece con fumose dichiarazioni o con espressioni solo apparentemente propedeutiche alla nostra cooperativa ma che si concluderanno come già sperimentato per le altre realtà veronesi, alla sua dipartita dal Verona e dalla sua storia.
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