Formazione ed edilizia, la sfida del futuro passa dai giovani
di Matteo ScolariNella settimana dedicata all’edilizia, Focus Verona Economia accende i riflettori sulla formazione.In studio Antonio Ruffo, presidente di Formedil Verona – Scuola Edile, racconta l’evoluzione della scuola edile, le opportunità per i giovani e le esigenze delle imprese. Ruffo, oltre al ruolo dell’ente formativo scaligero, è alla guida anche della storica impresa Ruffo Costruzioni Srl, che ha recentemente celebrato i 70 anni di attività. Un’esperienza di generazioni nel mondo dell’edilizia, tra tradizione, formazione e innovazione.
Presidente, partiamo dal lavoro che svolge la vostra scuola. Formare i giovani oggi è fondamentale per il settore edile, ma non è semplice.
Non è semplice perché il nostro è ancora un lavoro duro, manuale, svolto all’aperto, quindi con caldo, freddo e tutte le difficoltà legate alle temperature. Però i ragazzi non mancano. I più volenterosi si vedono subito, spesso arrivano da famiglie che hanno già una piccola impresa edile. Poi ci sono anche molti ragazzi stranieri. A scuola si studiano le materie normali, ma c’è tanta formazione manuale, sia per la carpenteria sia per l’edilizia tradizionale. E soprattutto poniamo molta attenzione alla sicurezza: casco, guanti, occhiali, scarpe antinfortunistiche e attenzione nell’operare.
I diplomati dei vostri corsi hanno reali possibilità di entrare subito nel mondo del lavoro?
Assolutamente sì. Da parte delle imprese edili c’è grande bisogno di manodopera capace. Chi esce da qui non ha solo un attestato, ma praticamente la garanzia di un lavoro certo e anche ben remunerato. Purtroppo non sono tantissimi i ragazzi, ma ogni anno riusciamo comunque ad avere i numeri per formare le classi.
La figura del muratore oggi è molto diversa rispetto a qualche decennio fa.
Certo, non è più solo manodopera. Bisogna usare la testa e saper utilizzare macchinari sempre più tecnologici e moderni. Non è più un lavoro durissimo dal punto di vista fisico, resta l’esposizione alle temperature, ma è un mestiere che si è evoluto molto.
C’è anche un valore legato alla bellezza del costruire.
Quando riesco a parlarne ai ragazzi porto sempre la mia testimonianza: impegnatevi, imparate bene, andate fieri di quello che fate. La bellezza del lavoro ripaga, e poi arriva anche il ritorno economico.
Oggi entrare in cantiere è sempre più complesso per via delle normative.
È vero, le regole sono sempre più stringenti e giustamente. Noi riusciamo comunque a far entrare i ragazzi, ciascuno seguito da un tutore, con grande attenzione alla sicurezza.
ESVCPT ha recentemente cambiato il nome in “Formedil Verona – Scuola Edile”. Che cosa significa?
Prima ogni provincia aveva la propria scuola edile. Ora facciamo parte di un cappello nazionale che si chiama Formedil. Questa struttura ci tutela e ci indica una linea comune per la formazione dei ragazzi. È un progetto a livello nazionale e ora è presente anche a Verona.
Che consiglio si sente di dare ai giovani che vogliono intraprendere questo percorso?
Oggi i ragazzi ricevono troppi stimoli e fanno fatica a distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è. Io dico di tornare all’arte, alla bellezza, a quello che si crea con le proprie mani. È una vita spesa bene ed è un grande orgoglio poter dire: “Quella cosa l’ho fatta io”. Come diceva mio padre: le persone passano, l’opera resta. Fate le cose col cuore e resterà nel tempo la vostra testimonianza.
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