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IPLUS, il valore della sostenibilità misurata

di Redazione
Ospiti di Obiettivo Sostenibilità, Stefano e Beatrice Scappini, fondatori di IPLUS, consulenti esperti in sostenibilità e innovazione aziendale.

Nel cuore della quarta edizione di Obiettivo Sostenibilità 2025, il format quotidiano condotto da Matteo Scolari su Radio Adige TV e promosso da Verona Economia, con il supporto di Vetrocar, ForGreen, UniCredit e la partnership tecnica di IPLUS, non potevano mancare i professionisti che hanno creduto fin dall’inizio nel progetto. In questa puntata, protagonisti Beatrice e Stefano Scappini, fondatori di IPLUS, consulenti esperti in sostenibilità e innovazione aziendale, oggi riferimento a livello nazionale per l’elaborazione di strategie ESG e bilanci di sostenibilità.

Beatrice, siete stati tra i primi in Veneto a parlare di sostenibilità. Com’è nato IPLUS?

Abbiamo cominciato circa dodici-tredici anni fa, quando il tema era poco conosciuto. IPLUS nasce da uno studio familiare, specializzato in consulenza fiscale, contabile e operazioni straordinarie. Abbiamo voluto integrare la sostenibilità nel nostro approccio professionale. Il nostro obiettivo è aiutare le aziende, anche piccole e medie, a costruire continuità nel tempo. Pensare alla sostenibilità vuol dire garantire accesso alle risorse naturali e resilienza nel lungo termine.

Stefano, all’inizio non era facile parlare di questi temi. Com’è stato quel percorso?

È stato un percorso lungo, iniziato quando il mercato non ci chiedeva nulla. Beatrice ha redatto il suo primo bilancio di sostenibilità nel 2012. Abbiamo visto evolversi la sensibilità ambientale, anche grazie a eventi simbolici come l’attivismo di Greta Thunberg, le prese di posizione dei grandi fondi d’investimento e il Green Deal europeo. Abbiamo costruito competenze e una struttura che oggi ci riconoscono a livello territoriale e nazionale.

Oggi IPLUS è un vero e proprio ecosistema professionale.

Sì, abbiamo costruito un team solido, formato da giovani preparati, molti dei quali sono venuti anche da altre province per lavorare con noi. Dal 2021 siamo società benefit. Oltre alla consulenza ESG, facciamo formazione e creiamo opportunità professionali concrete. È importante dare sbocchi qualificati anche a livello locale.

Siete partner tecnici di Obiettivo Sostenibilità. In cosa consiste il vostro ruolo?

Seguiamo la parte di assessment tecnico delle realtà partecipanti: attraverso un questionario strutturato, raccogliamo dati oggettivi, che poi la giuria utilizza per assegnare il Premio. Questo garantisce trasparenza e valorizza davvero le best practice, indipendentemente dalla dimensione o dal settore.

Beatrice, perché è importante partecipare anche se si è solo agli inizi di un percorso?

Perché ogni passo verso la sostenibilità conta. Non è necessario aver fatto tutto: se un’azienda ha avviato pratiche anche solo in un reparto o su un prodotto, è già rilevante. Il progetto nasce per dare visibilità a chi si muove in questa direzione, anche tra le piccole imprese. E i nostri eventi – come quello in programma il 17 luglio al Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova – sono l’occasione per raccontare queste storie.

Stefano, cosa vi colpisce di più dalle aziende che incontrate?

Ogni anno vediamo aziende più mature, che migliorano costantemente i propri KPI. Ma anche chi parte da zero, una volta fatto il primo bilancio, capisce il valore del processo e vuole approfondire. All’inizio può sembrare solo burocrazia, ma poi si scopre che è uno strumento potente per migliorare internamente.

Beatrice, che novità ci sono sul fronte normativo?

La CSRD, la direttiva europea sul reporting di sostenibilità, ha subito un rallentamento politico: entrerà in vigore più tardi e con soglie più alte. Ma il percorso è tracciato. Anche senza obbligo formale, le banche e i grandi clienti chiederanno sempre più informazioni ESG. Chi è pronto, sarà più competitivo e attrattivo anche in termini di accesso al credito.

Stefano, anche le PMI iniziano a sentirne il peso?

Assolutamente. Anche se non direttamente obbligate, se fanno parte di una filiera di un grande gruppo, devono adeguarsi. Il mercato oggi chiede documentazione, questionari ESG, rating di sostenibilità. Chi non sa rispondere, rischia di essere tagliato fuori. Ecco perché serve giocare d’anticipo, con un approccio strutturato e professionale.

In chiusura, cosa significa per voi sostenibilità oggi?

Significa perdurare nel tempo senza erodere le risorse del pianeta. È una rivoluzione industriale, la quinta, che deve generare ricchezza diffusa ma senza distruggere l’ambiente. In un territorio come il nostro, altamente industrializzato ma anche fragile dal punto di vista ambientale, è una sfida decisiva. E noi vogliamo contribuire a vincerla.

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