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Glam Hospitality Group, 100 anni di accoglienza sul Garda e una visione sostenibile per il futuro

di Redazione
Ospite di Obiettivo Sostenibilità Giovanni Lonardelli, general manager di Glam Hospitality Group, realtà storica del turismo gardesano.

Nel cuore del format Obiettivo Sostenibilità 2025, condotto da Matteo Scolari e promosso da Verona Economia con il supporto di Vetrocar e ForGreen, in collaborazione con UniCredit e con la partnership tecnica di IPLUS, abbiamo incontrato una realtà storica del turismo gardesano: Glam Hospitality Group, rappresentata dal general manager Giovanni Lonardelli.

Una storia lunga un secolo, che parte dal 1925 con una piccola trattoria a Bardolino e oggi si sviluppa in sette strutture tra Bardolino, Lazise e Verona, mantenendo salde le radici familiari e puntando a un’ospitalità moderna e sostenibile.

Come nasce la vostra realtà?

Nasce esattamente cent’anni fa, nel 1925, quando la mia bisnonna apre una trattoria a Bardolino. Da lì, assieme al bisnonno, si sviluppa l’idea dell’ospitalità e nasce l’Hotel Riviera. Dopo la guerra mio nonno, architetto, prosegue l’opera con l’Hotel Crim. Anche i miei nonni materni, negli anni Sessanta, aprono una loro struttura, l’Hotel Al Sole. Oggi io e mia sorella Maria Cristina rappresentiamo la quarta generazione e portiamo avanti con orgoglio questa eredità.

Oggi siete presenti anche fuori da Bardolino.

Sì, il nostro obiettivo è accompagnare il cliente in un viaggio che va dalla sponda veronese del lago fino alla città di Verona. Abbiamo strutture a Bardolino, a Lazise con una recente apertura, e anche in centro città. Vogliamo offrire un’ospitalità coerente ma diversificata, per esperienze turistiche su misura.

Come declinate la sostenibilità nella vostra attività?

Intanto nella gestione familiare: riuscire a tramandare un’attività per quattro generazioni è già un esempio di sostenibilità sociale. Abbiamo clienti che sono i nipoti di quelli che venivano con i nonni, e anche collaboratori di seconda generazione. Per noi creare ambiente di lavoro stabile, coeso e umano è centrale.

Avete progetti specifici per il benessere dei collaboratori?

Sì, vogliamo coniugare le esigenze del lavoro turistico con il benessere. Stiamo portando avanti un progetto per una staff house, uno spazio abitativo dedicato al personale, per garantire condizioni dignitose a chi si trasferisce sul Garda. Oggi non si è competitivi se un collaboratore deve spendere gran parte dello stipendio per l’alloggio.

Siete aderenti al protocollo Garda Green Club. Di cosa si tratta?

È un progetto nato da un gruppo di imprenditori del lago. Abbiamo definito uno standard condiviso di sostenibilità, ispirandoci a modelli del Nord Europa. Ogni struttura aderente si impegna su diversi fronti: pannelli fotovoltaici, monitoraggio dei rifiuti, acquisto di energia rinnovabile certificata, politiche di risparmio idrico. Il tutto è seguito da un ente tecnico che ci supporta nell’essere sempre compliant con le normative.

Avete anche l’ambizione di ottenere certificazioni europee?

Sì, abbiamo già avviato in alcune strutture il percorso per la certificazione GSTC, lo standard globale per il turismo sostenibile. È più facile applicarlo in strutture nuove, ma stiamo lavorando anche su quelle storiche, rinnovate ma con vincoli strutturali.

Come reagisce la clientela a queste scelte green?

In modo molto positivo. Il cliente, soprattutto straniero, è spesso più attento di noi. Apprezzano le politiche di riuso – ad esempio sugli asciugamani – e ci segnalano anche eventuali errori. Questo dialogo è un segnale prezioso di consapevolezza condivisa e di rispetto per il luogo che visitano.

Cosa ci dice dell’attuale scenario turistico sul Garda?

C’è una forte presenza tedesca, ma la crisi in Germania si fa sentire. Per questo con Federalberghi Garda Veneto e l’Associazione Albergatori di Bardolino – che ho l’onore di presiedere – stiamo lavorando per diversificare i mercati, con particolare attenzione agli Stati Uniti, anche attraverso strutture come il boutique hotel Mon Me.

Come state ripensando la mobilità?

Puntiamo a valorizzare la mobilità dolce: biciclette, ciclovie, navigazione lacustre. Abbiamo un entroterra straordinario che vogliamo promuovere come alternativa al traffico sulla Gardesana. È un patrimonio naturalistico e culturale che merita di essere scoperto con lentezza e rispetto.

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