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Licenziamenti nei musei di Verona, FILCAMS CGIL: «Uno sfregio inaccettabile ai lavoratori»

di Matteo Scolari
Consegnate le lettere di licenziamento ai dipendenti della cooperativa Macchine Celibi. Aperto lo stato di agitazione e convocato incontro urgente. Il sindacato chiede «subito il contratto Federculture».

Un Primo Maggio amaro per le lavoratrici e i lavoratori museali di Verona, che proprio nel giorno dedicato alla celebrazione del lavoro hanno ricevuto la notizia dell’avvenuta consegna delle lettere di licenziamento da parte della cooperativa Macchine Celibi, con data 30 aprile ed effetto al 31 maggio 2025, data di scadenza dell’appalto attualmente in essere.

La FILCAMS CGIL Verona ha definito l’accaduto “uno sfregio inaccettabile”, denunciando una situazione che da mesi desta forte preoccupazione e che riguarda non solo un singolo appalto, ma l’intero sistema del lavoro nei musei cittadini. «Siamo esterrefatti da questo atto irresponsabile – si legge nel comunicato – che getta benzina sul fuoco in un momento di estrema delicatezza».

La questione non arriva inattesa: già la settimana scorsa il sindacato aveva avuto un incontro con l’amministrazione comunale per sollecitare una riflessione seria e concreta sulla valorizzazione delle professionalità museali e sull’urgenza di adottare il contratto nazionale Federculture, ritenuto più coerente con le competenze e il ruolo dei lavoratori culturali. Si tratta di un tema sul tavolo da anni, con accordi precedenti rimasti però disattesi.

La FILCAMS ha pertanto deciso di proclamare lo stato di agitazione e ha ottenuto la convocazione di un incontro urgente tra tutte le parti per lunedì mattina, ritenendo ormai insostenibile l’assenza di relazioni sindacali adeguate.

«La vicenda dei musei veronesi è l’emblema delle criticità sistemiche degli appalti pubblici nel settore culturale, dove la precarietà si intreccia con una gestione miope dei bandi e con l’assenza di volontà nel garantire dignità e continuità lavorativa a professionisti con anni di esperienza», sottolinea il sindacato.

Il futuro dei musei di Verona si intreccia ora a una vertenza che chiama in causa non solo la cooperativa uscente, ma l’intero sistema di affidamento dei servizi culturali, in una città che ha nella cultura uno dei suoi asset fondamentali. Il rischio è quello di disperdere competenze maturate in anni di servizio, in nome di logiche economiche che non tengono conto della qualità del lavoro.

La posizione dell’Amministrazione comunale

Michele Bertucco, assessore del Comune di Verona.
Michele Bertucco, assessore del Comune di Verona.

L’assessore al Personale Michele Bertucco ha convocato per i primi giorni della prossima settimana un incontro urgente con la Cooperativa Le Macchine Celibi, a cui è affidato l’appalto per la gestione del persone dei Musei Civici, a seguito della lettera di licenziamento inviata ai lavoratoti addetti alla guardiania dei musei. In parallelo, è stato programmato un incontro anche con le organizzazioni sindacali USB e Filmcams. Premesso che il servizio di guardiania verrà sempre garantito, l’obiettivo è quello di tutelare i lavoratori che svolgono tale servizio.

«Spiace che l’Amministrazione non sia stata né interpellata né avvisata dalla Cooperativa circa le motivazioni della lettera inviata – spiega l’assessore Bertucco-. La questione riguarda gli addetti alla guardiania dei musei civici, il cui contratto gestito da Le Macchine Celibi è stato prorogato per effetto dell’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti e del successivo correttivo che richiede una serie di passaggi da parte degli uffici comunali. Ci stiamo impegnando per migliorare le condizioni di lavoro del personale dei musei civici e per tutelare la preziosa attività che svolgono in un settore importantissimo per la nostra città. Ho già convocato un incontro urgente sia con la Cooperativa Le Macchine Celibi sia con le organizzazioni sindacali per capire quale soluzione mettere in campo, fermo restando che il servizio verrà sempre garantito e che, in mancanza di un’eventuale proroga da parte della Cooperativa, ai lavoratori verrà applicata la clausola sociale che prevede la possibilità di passaggio ad altra Cooperativa». 

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