Nuova call-to-action

Accordini (Valpolicella Negrar): «I consumatori cercano storia, cultura, tradizione»

di Matteo Scolari
Daniele Accordini, direttore di Cantina Valpolicella Negrar, traccia un bilancio di Vinitaly 2025, ribadendo i valori fondanti della cultura enologica italiana e veronese.

Vinitaly 2025 si è chiuso con un bilancio positivo anche per Cantina Valpolicella Negrar, che ha visto affluire allo stand visitatori da oltre 25 Paesi. La cooperativa veronese si conferma una realtà dinamica, capace di guardare avanti con fiducia, puntando su mercati emergenti, nuovi prodotti e un’enologia sempre più legata all’identità territoriale. Abbiamo raccolto le parole del direttore Daniele Accordini, figura di riferimento per l’intero comparto della Valpolicella.

Direttore, che bilancio tracciate di questo Vinitaly?

Direi senz’altro positivo. Abbiamo accolto visitatori da più di 25 Paesi di tutto il mondo, e da tutti abbiamo percepito una grande voglia di lavorare e di costruire relazioni commerciali. C’era preoccupazione, è vero, soprattutto per le tensioni sui dazi, ma abbiamo registrato segnali incoraggianti, anche dagli Stati Uniti.

C’è interesse anche da parte di nuovi mercati?

Assolutamente sì. Abbiamo avviato contatti con realtà come la Colombia e il Kazakistan, mercati ancora poco maturi, ma molto promettenti. Il fatto che si affaccino al mondo del vino italiano, e in particolare a prodotti unici come i nostri, è un segnale molto interessante.

Oggi si sceglie un vino anche per ciò che rappresenta. Concorda?

Sì, oggi il vino non è solo una bevanda, è un’esperienza. I consumatori cercano storia, cultura, tradizione. Vogliono conoscere il territorio, le persone, la passione che c’è dietro a ogni bottiglia. In questo senso, l’enoturismo è diventato fondamentale: non solo per promuovere i prodotti, ma anche per valorizzare l’identità e il racconto che il vino porta con sé.

Negli ultimi anni si è parlato anche di vino in termini di salute pubblica. Cosa pensa di questo dibattito?

Credo che sia importante distinguere tra uso e abuso. L’abuso di alcol non ha nulla a che fare con la cultura enologica autentica. Il vino, se consumato con moderazione e consapevolezza, fa parte di uno stile di vita sano. Il nostro compito è anche quello di trasmettere questa visione.

Condividi ora!