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Libera professione per infermieri e ostetriche: proroga al 2027, ma servono regole più chiare

di Matteo Scolari
Secondo Antonio De Palma (Nursing Up) ci sarebbero «troppi vincoli e restrizioni dalle aziende sanitarie, una paralisi che frena la crescita della professione».

«La proroga fino al 31 dicembre 2027 della possibilità di esercitare la libera professione per infermieri e ostetriche rappresenta senza dubbio un segnale positivo, ma non basta». Lo sostiene Antonio De Palma, presidente di Nursing Up, che mette in evidenza come la norma continui a presentare troppi vincoli e restrizioni, applicati con eccessiva discrezionalità dalle aziende sanitarie.

Secondo la sigla sindacale, nonostante il passo avanti, restano problemi di fondo che limitano pesantemente la libertà dei professionisti sanitari. Il sindacato denuncia il permanere di lacune normative che rendono quasi impossibile esercitare la libera professione in modo realmente efficace. La rigidità del sistema sta scoraggiando gli infermieri, al punto che pochissimi decidono di accedere a questa opportunità, nonostante il bisogno crescente di figure sanitarie in contesti pubblici e privati.

Uno dei principali ostacoli è rappresentato dal comma 2 del decreto-legge 21 settembre 2021, n. 127, che impone condizioni particolarmente stringenti per ottenere l’autorizzazione all’attività libero-professionale. Molti infermieri e ostetriche, pur avendo presentato correttamente la documentazione richiesta, non ricevono risposte dalle loro aziende sanitarie. In alcuni casi, le richieste vengono respinte senza spiegazioni, costringendo i professionisti a ricorrere alle vie legali per far valere i propri diritti.

Oltre alle barriere burocratiche, il sindacato denuncia il comportamento delle aziende sanitarie che usano le esigenze organizzative come pretesto per negare le autorizzazioni. Il pretesto più ricorrente riguarda la necessità di garantire il servizio pubblico, come ad esempio lo smaltimento delle liste d’attesa. Questo atteggiamento, però, impedisce agli infermieri di accedere legittimamente alla libera professione, con conseguenze negative sia per i lavoratori che per il sistema sanitario nel suo complesso.

Infermieri in corsia.

L’incertezza normativa è un altro elemento che scoraggia molti professionisti. Anche se la proroga fino al 2027 offre un respiro più ampio, il fatto che la misura abbia una scadenza prefissata crea un clima di precarietà. Chi investirebbe tempo e risorse in un’attività che potrebbe essere vietata tra pochi anni? si chiede De Palma. Senza una stabilizzazione definitiva, molti infermieri e ostetriche preferiscono rinunciare, privando il mercato di competenze preziose.

Il sindacato sottolinea come un sistema più flessibile e meno vincolato potrebbe portare numerosi vantaggi. Gli infermieri e gli altri professionisti ex legge 43/2006 dovrebbero poter accedere alla libera professione con gli stessi diritti dei medici, senza restrizioni che ne limitano le opportunità. Eliminare il vincolo di esclusività significherebbe offrire una maggiore flessibilità lavorativa, garantendo ai cittadini un accesso più ampio alle cure.

La possibilità di lavorare in libera professione migliorerebbe anche le condizioni economiche dei professionisti sanitari, sempre più spesso costretti a lavorare con stipendi non adeguati alla complessità e al peso delle loro responsabilità. Inoltre, permetterebbe di alleggerire la pressione sul Servizio Sanitario Nazionale, favorendo una maggiore integrazione tra attività pubblica e privata.

Non va sottovalutato l’aspetto fiscale. Legalizzare e agevolare la libera professione ridurrebbe il lavoro sommerso, facendo emergere attività che oggi rischiano di sfuggire ai controlli. Inoltre, potrebbe offrire una soluzione immediata alla carenza di infermieri di famiglia e di comunità, necessari per l’attuazione del PNRR. Professionisti già formati potrebbero essere impiegati in modo più efficace senza dover attendere nuovi bandi e assunzioni.

Anche le RSA, in perenne difficoltà nel reperire personale, potrebbero trarre grande beneficio dalla possibilità di accedere a infermieri libero-professionisti, risolvendo così il problema della carenza di assistenza per gli anziani.

Antonio De Palma avverte che, senza una riforma più ampia, il rischio è che sempre più infermieri decidano di abbandonare il settore pubblico, aggravando ulteriormente la carenza di personale sanitario in ospedali e strutture territoriali.

Il sindacato ha già avviato un dialogo con esponenti politici di primo piano. Maurizio Gasparri e l’Onorevole Cappellacci si sono dichiarati disponibili a un confronto per discutere soluzioni concrete. Nursing Up si aspetta ora un passo avanti deciso per eliminare le restrizioni inutili e garantire finalmente ai professionisti sanitari il diritto di esercitare la loro professione senza ostacoli.

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