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Paglini: «Da parte della Regione, grande attenzione alle crisi automotive e moda»

di Matteo Scolari
Il segretario generale di CISL Veneto Massimiliano Paglini ha partecipato all'incontro convocato dagli assessori Marcato e Mantovan, garantendo supporto da parte del sindacato.

La Regione Veneto ha convocato giovedì 16 gennaio un importante tavolo di confronto a Mestre, coinvolgendo rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni datoriali e dei sindacati. Al centro del dibattito, la crisi del settore automotive e moda, con l’obiettivo di individuare soluzioni condivise per sostenere lavoratori e imprese. Massimiliano Paglini, segretario generale della Cisl Veneto, ha partecipato all’incontro e ci racconta il clima e le strategie emerse.

Segretario Paglini, che impressione ha avuto del tavolo di confronto organizzato dalla Regione Veneto?

L’impressione è stata positiva. Raramente accade di vedere la partecipazione simultanea di due assessori strategici, come Roberto Marcato per lo sviluppo economico e Valeria Mantovan per la formazione e il lavoro. Questo dimostra una grande attenzione da parte della Regione verso la crisi che sta colpendo il settore automotive e moda. Detto ciò, è chiaro che molte delle problematiche non dipendono esclusivamente dai livelli regionali, ma sono legate a dinamiche globali, come l’andamento dell’economia europea e le trasformazioni in atto nell’industria automobilistica.

Quali sono le principali preoccupazioni emerse durante l’incontro?

La principale preoccupazione riguarda la transizione dal motore endotermico all’elettrico, che rappresenta una sfida enorme per il settore. Il Veneto è strettamente legato al sistema industriale tedesco, soprattutto per la componentistica, ma questa trasformazione richiede un ripensamento profondo dell’industria meccanica locale. Inoltre, c’è un forte utilizzo della cassa integrazione e una contrazione della domanda che stanno mettendo a dura prova le PMI. Abbiamo anche richiamato la necessità di rafforzare gli ammortizzatori sociali per sostenere le aziende e i lavoratori in questa fase critica.

Cosa si è detto riguardo al ceto medio, che sembra sempre più escluso dal mercato automobilistico?

Questo è un tema centrale. Con un prezzo medio delle automobili che ha raggiunto i 30.000 euro, molte famiglie non riescono più ad accedere al mercato. La soluzione passa da due fronti: da un lato, i produttori devono abbassare i costi di vendita, anche attraverso un controllo più efficace sui costi delle materie prime. Dall’altro, è necessario aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori. Come Cisl, stiamo promuovendo una legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, per redistribuire in modo più equo la ricchezza prodotta e garantire maggiore dignità economica al ceto medio.

Quali sono i prossimi passi concreti che emergeranno da questo incontro?

Sono stati annunciati due tavoli tecnici distinti, uno per il settore automotive e uno per la moda, che avranno il compito di approfondire le criticità e individuare soluzioni operative. Noi continueremo a sollecitare interventi a tutti i livelli della contrattazione, per aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori e garantire una ripartenza solida dei settori strategici.

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