Affitti brevi: a Verona il 12% delle strutture è ancora irregolare
di Matteo ScolariNonostante l’entrata in vigore del decreto che impone l’obbligo di dotarsi del Codice Identificativo Nazionale (CIN) per le unità immobiliari destinate a locazioni turistiche, oltre 7.400 strutture in Veneto risultano ancora irregolari. Nello specifico, secondo i dati aggiornati del Ministero del Turismo, su un totale di 57.569 strutture registrate nella regione, il 13% non ha ancora richiesto il codice necessario per operare legalmente.

A Verona, la situazione appare meno grave rispetto ad altre città venete ma comunque preoccupante: su 11.751 strutture dotate di CIN, il 12% resta fuori norma, esponendosi a controlli e potenziali sanzioni pecuniarie. Secondo quanto riportato dall’avvocato Gennaro Sposato di Rödl & Partner, «le sanzioni per un immobile privo del CIN possono raggiungere gli 8.000 euro, mentre la mancata esposizione del codice può costare dai 500 ai 5.000 euro».
Ad aggravare il quadro vi è l’assenza di specifici dispositivi di sicurezza obbligatori, come estintori e rilevatori, che può portare a ulteriori sanzioni fino a 6.000 euro. L’avvocato Sposato ha sottolineato inoltre che, in caso di violazioni accertate relative ai requisiti di sicurezza, si applicheranno le disposizioni normative regionali o statali.
La situazione nelle altre province venete
Tra le province del Veneto, Vicenza e Rovigo presentano le percentuali più alte di strutture irregolari, con rispettivamente il 20% e il 19% di immobili fuorilegge. A Belluno, su 5.742 strutture regolarizzate, il 16% resta ancora inadempiente, mentre a Treviso e Padova le percentuali di irregolarità si attestano rispettivamente al 15% e al 14%. A Venezia, nonostante il numero più alto di strutture con CIN (30.190), il 12% degli immobili non è ancora in regola.

Al via i controlli e le sanzioni
L’entrata in vigore del decreto prevede controlli serrati in tutta Italia, con verifiche che riguardano sia le grandi città che i piccoli borghi. Il Ministero del Turismo, attraverso le autorità locali, ha iniziato gli accertamenti per individuare e sanzionare gli immobili irregolari. Oltre alle strutture già registrate, resta il problema degli immobili completamente abusivi, non ancora inseriti nei sistemi ufficiali, per i quali non esistono dati precisi ma solo stime approssimative.
«È fondamentale che le strutture si adeguino in tempi rapidi alle nuove normative – conclude Sposato – per garantire un’offerta turistica sicura e in linea con gli standard previsti dalla legge».
Con l’incremento dei flussi turistici previsti per il 2025, la regolarizzazione delle locazioni brevi rappresenta una priorità sia per la tutela dei visitatori sia per il contrasto al fenomeno dell’abusivismo, una piaga che incide negativamente sull’economia locale e sulla concorrenza leale tra operatori del settore.
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