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“Glaciazione demografica”, in 20 anni nel Nord Italia 1 milione di giovani in meno

di Matteo Scolari
Tra il 2002 e il 2023, secondo uno Studio di Fondazione Nord Est, il numero di persone di 18-34 anni si è ridotto di 1.073.286 unità, numero che salirà a 1.771.209 nel 2040.

Fondazione Nord Est ha recentemente pubblicato una serie di note a firma di Luca Paolazzi, direttore scientifico, e Lorenzo Di Lenna, ricercatore junior, che delineano un fenomeno preoccupante noto come “glaciazione demografica”. Questo termine è stato scelto per descrivere un processo di declino demografico accelerato, destinato a modificare profondamente la struttura della popolazione e l’economia delle regioni settentrionali italiane, tra cui il Veneto.

Il fenomeno della glaciazione demografica

Secondo le previsioni, senza migrazioni, la popolazione del Nord Italia subirà una riduzione di oltre 2,3 milioni di persone entro il 2040, passando dai 27,4 milioni del 2023 ai 25,1 milioni. Questa diminuzione sarà particolarmente marcata nel Nord-est, con una perdita prevista di 939mila persone. Tra le regioni più colpite, il Veneto vedrà una riduzione di circa 387mila abitanti​.

Impatti economici e territoriali

La glaciazione demografica comporterà significative conseguenze economiche e territoriali. Una delle principali preoccupazioni riguarda la riduzione della forza lavoro. In Veneto, si stima che entro il 2040 ci saranno 442mila lavoratori in meno. Questo calo avrà un impatto diretto sulla capacità produttiva della regione e sulla sua competitività​​.

La diminuzione della popolazione porterà anche a una riduzione dei consumi e degli investimenti. Con meno abitanti, il mercato interno si restringerà, con conseguenti minori vendite di beni e servizi. Anche il settore immobiliare ne risentirà, con una diminuzione della domanda di nuove abitazioni e una potenziale svalutazione degli immobili esistenti, specialmente nei piccoli centri​​.

Effetti sulla gioventù e sul mercato del lavoro

Uno degli aspetti più drammatici della glaciazione demografica è la sparizione dei giovani. Tra il 2002 e il 2023, il numero di giovani di età compresa tra 18 e 34 anni nel Nord Italia è diminuito di oltre un milione, con previsioni di ulteriori cali significativi entro il 2040. In Veneto, questa fascia di età è già diminuita drasticamente e continuerà a farlo, aggravando ulteriormente la carenza di forza lavoro giovane e dinamica​​.

Le contromisure necessarie

Per contrastare gli effetti della glaciazione demografica, la Fondazione Nord Est propone quattro principali contromisure:

  1. Attrarre e valorizzare i giovani: Incrementare l’attrattività della regione per i giovani attraverso politiche che migliorino le opportunità di lavoro e la qualità della vita.
  2. Coinvolgere pienamente le donne: Aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, colmando il gap occupazionale rispetto ad altre regioni europee.
  3. Rinviare il pensionamento: Allungare la vita lavorativa, adattando il tasso di occupazione delle fasce di età più avanzate a quelle più giovani.
  4. Accogliere più immigrati: Gestire l’immigrazione in modo da sopperire alla carenza di forza lavoro, accogliendo lavoratori dall’estero per mantenere e far crescere il PIL.

La glaciazione demografica rappresenta una sfida epocale per il Veneto e per l’intero Nord Italia. È essenziale che le istituzioni, le imprese e la società civile adottino misure efficaci e coordinate per mitigare gli impatti negativi di questo fenomeno. Solo attraverso una strategia integrata che valorizzi le risorse umane e attragga nuovi talenti sarà possibile garantire un futuro sostenibile e prospero per la regione.

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