Lo zero interessi di Draghi continuerà.
di adminOgni iniziativa, in economia e in finanza, ha i lati positivi e negativi. Gli acquisti obbligazionari della Banca Centrale Europea – quantitative easing o alleggerimento monetario – hanno avuto ed hanno, come fine, la creazione di quella liquidità, che, spesso è alla base della crecita, sebbene, vera crescita economica s’ottenga, anzitutto, favorendo legislativamente l’economia. Lo insegna la Germania, dove, apposite leggi, del passato hanno gettato le basi per l’attuale, ed il recentemente registrato, e tuttora in essere, forte progresso economico. Mario Draghi ha acquistato sinora ben oltre 2000 miliardi di euro di obbligazioni statali europee, ma, pur essendovi buoni segni di ripresa economica nell’area euro, non si è ancora raggiunto quel 2% (e non oltre) d’inflazione, che è considerato indice ottimale di buona e positiva attività economica, anche se non è detto che, creando denaro – quello, che serve per realizzare i detti acquisti – ci si riesca certamente. Una certa, modesta percentuale, comunque, verso il 2%, si è registrata. Non sono d’accordo con l’opera – più che benefica per l’Italia – di Mario Draghi, coloro che non vedono fluire nel loro conto un certo interesse, cui giustamente erano abituati, e gli istituti di credito, che, in un certo tasso in vigore, vedono, ed è chiaro, motivo per una loro migliore attività. C’è anche chi, stanti gli interessi zero, rileva un gofiarsi delle quotazioni di borsa e degli immobili…, cause di possibili crisi. Draghi si prefigge un’economia vivace, nell’interesse comune, locale ed europeo, ottenibile, oggi, continuando con l’acquisto di obbligazioni statali e, talvolta, private, sia pure non dimenticando che una tale operazione, non convenzionale, dovrà pure vedere una fine. Certo, dobbiamo fare in modo, che non si passi da una crisi ad un’altra, pur tenendo presente che il quantitative easing, applicato, tempo fa, negli Stati Uniti, ha avuto il suo successo, avendo creato denaro a buon mercato. Intanto, da 80 mld di euro al mese, la BCE ne acquista 60, ma sempre con effetto positivo sull’euro, che in sé, tende a rafforzarsi, tenendolo sotto controllo e garantendo, così, un export locale ed europeo, oggi di tutto rispetto. Pur continuando con il QE – la BCE deciderà in merito, fra un mese, forse, per proseguire sino a tutto il 2018, visto che l’inflazione-indice raggiunta è sotto l’1,5% – si passerà, o prima o poi, ad una studiatamente lenta cessazione dello stesso, per non creare sconquassi ecomico-finanziari, che, peraltro, temuti da alcuni, sono esclusi da altri.
Pierantonio Braggio
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