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Energy Release 2.0, una boccata d’ossigeno per le imprese energivore

di Redazione
Confindustria Verona accoglie con favore la pubblicazione delle regole operative e vede nella misura un passo decisivo per la competitività del tessuto produttivo scaligero, particolarmente esposto ai rincari dell’energia.

La pubblicazione delle regole operative e degli schemi contrattuali dell’Energy Release 2.0 segna un passaggio atteso da mesi dal sistema industriale veronese, che negli ultimi anni ha sofferto più di altri la volatilità dei prezzi energetici. Confindustria Verona, in piena sintonia con la posizione nazionale, accoglie con soddisfazione l’atto che rende finalmente operativo uno strumento considerato strategico per sostenere le imprese energivore, da sempre tra i pilastri dell’economia scaligera.

Il meccanismo prevede la fornitura di energia rinnovabile a prezzo calmierato, fissato a 65 €/MWh per tre anni, con decorrenza dal 2025 e applicazione retroattiva al 1° gennaio. Una leva che permette alle aziende di pianificare i costi, recuperare margini erosi dai picchi degli ultimi anni e rafforzare la competitività sui mercati internazionali. La misura punta inoltre a sostenere nuovi investimenti nella produzione rinnovabile e a incrementare la sicurezza energetica nazionale, elementi cruciali nella fase attuale della transizione.

Il presidente di Confindustria Verona, Giuseppe Riello, sottolinea come il territorio avesse urgente bisogno di chiarezza operativa, soprattutto per i comparti ad alta intensità energetica presenti nel Veronese: «La pubblicazione delle regole e dei contratti è un passaggio fondamentale. Le imprese energivore veronesi, come quelle di tutto il Paese, hanno bisogno di strumenti capaci di contenere i costi energetici e di garantire una prospettiva di stabilità. L’Energy Release 2.0 risponde a entrambe queste esigenze e rappresenta un sostegno concreto alla competitività».

Riello evidenzia anche il valore del lavoro condiviso che ha portato al risultato: «È positivo che MASE e GSE abbiano lavorato in modo costruttivo con il sistema confindustriale. Il confronto costante ha permesso di definire una misura equilibrata e attuabile, capace di incidere realmente sulle condizioni operative delle imprese».

La partita dell’energia resta fortemente legata al contesto europeo, dove alcuni Paesi stanno adottando interventi particolarmente incisivi per sostenere le proprie industrie. Emblematico il caso della Germania, che ha ottenuto l’autorizzazione della Commissione Europea a un meccanismo con prezzo dell’elettricità a 50 €/MWh nel triennio 2026-2028, con un impatto competitivo potenzialmente rilevante anche per l’Italia. Una dinamica che non lascia indifferente il sistema produttivo locale: «Proprio per questo» osserva Riello «era necessario dotarsi rapidamente di uno strumento efficace. L’Energy Release aiuta ad attenuare asimmetrie che il nostro tessuto produttivo non può permettersi».

Confindustria Verona guarda infine alle prossime aste per nuovi impianti rinnovabili come a un tassello complementare, convinta che solo un mix di stabilità, sostenibilità e investimenti possa garantire continuità e sviluppo all’industria veronese in un momento in cui il costo dell’energia si conferma una delle principali variabili che determinano la competitività.

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