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Riforma degli interporti: svolta storica dopo 35 anni, la legge è approvata in via definitiva

di Matteo Scolari
UIR esprime grande soddisfazione per l’approvazione alla Camera della nuova legge quadro: «Riconosciuto il valore strategico delle strutture interportuali per lo sviluppo sostenibile e la competitività del Paese».

Dopo 35 anni dalla legge n. 240 del 1990, che istituì gli interporti italiani, arriva finalmente una riforma organica del settore. La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva la nuova legge quadro sugli interporti, primo firmatario l’onorevole Mauro Rotelli, segnando una svolta storica per la logistica italiana.

L’Unione Interporti Riuniti (UIR) accoglie con «estrema soddisfazione» il provvedimento, che recepisce in larga parte la visione promossa dall’associazione presieduta da Matteo Gasparato, volta a dotare il sistema interportuale italiano di strumenti normativi moderni e coerenti con gli obiettivi di sostenibilità, intermodalità e sviluppo territoriale equilibrato.

Matteo Gasparato Consorzio Zai
Matteo Gasparato, presidente Consorzio Zai

«Si tratta di un risultato atteso da oltre tre decenni – dichiara Gasparato – che finalmente riconosce il ruolo strategico degli interporti come infrastrutture fondamentali del sistema logistico nazionale. È un passo decisivo per rafforzare la competitività del Paese e per consolidare la centralità dell’Italia nella logistica euro-mediterranea».

La UIR esprime apprezzamento per il lavoro del legislatore, in particolare per l’on. Rotelli, e riconosce al Governo «grande sensibilità e volontà politica» nel voler riformare un settore rimasto invariato per troppo tempo. «È un segnale concreto – prosegue Gasparato – di una rinnovata considerazione verso l’interportualità, riconosciuta finalmente come asset strategico nazionale».

Il Quadrante Europa a Verona.
Il Quadrante Europa a Verona.

Le novità principali della riforma

La nuova legge introduce importanti innovazioni per il settore:

  • Riconoscimento formale degli interporti come infrastrutture strategiche del sistema Paese;
  • Definizione aggiornata di interporto, con criteri oggettivi per l’individuazione di nuovi poli;
  • Semplificazione delle procedure autorizzative e gestionali;
  • Introduzione di standard di sostenibilità ambientale, con hub concepiti come strutture “verdi”, dotate di impianti per energie rinnovabili e sistemi certificati di efficienza energetica.

L’obiettivo è costruire un modello di logistica integrata e sostenibile, capace di valorizzare una rete che già oggi colloca cinque interporti italiani tra i primi dieci d’Europa.

La fase attuativa

Con la legge ora approvata, si apre una nuova fase attuativa in cui sarà necessario tradurre i principi normativi in misure concrete di sostegno allo sviluppo e alla digitalizzazione della rete interportuale. «Il nostro impegno – conclude Gasparato – sarà quello di collaborare con le istituzioni per garantire che questa riforma si traduca in azioni tangibili a beneficio della competitività del sistema logistico nazionale».

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