Nuova call-to-action

Attilio Gastaldello: «Nel bacino Verona Sud raccolta differenziata oltre l’83%»

di Matteo Scolari
Il presidente del Consiglio di Bacino Verona Sud fa il punto su risultati, governance e prospettive: verso una gestione unica in house e una nuova cultura del rifiuto che diventi risorsa.

Nel corso della 21ª Settimana Veronese della Finanza, Economia e Lavoro, dedicata a “Enti, infrastrutture e innovazione”, Attilio Gastaldello, presidente del Consiglio di Bacino Verona Sud, ha raccontato il percorso di crescita che ha portato il territorio della pianura veronese a risultati eccellenti nella raccolta differenziata, oggi attestata oltre l’83%, tra le più alte in Veneto e in Italia. Un traguardo frutto di investimenti mirati, governance condivisa e sensibilità ambientale, ma anche di un cambio culturale profondo: «Non possiamo più parlare di rifiuti, ma di risorse da valorizzare».

Presidente Gastaldello, partiamo dalla fotografia del vostro territorio.

Il Consiglio di Bacino Verona Sud nasce nel 2015, in attuazione di una legge regionale del 2012, e si estende su 39 comuni, da San Giovanni Lupatoto fino a Villa Bartolomea, ai confini con il Rodigino. È una porzione vasta della pianura veronese, dove la densità abitativa varia molto da area ad area, e questo rende ancora più significativo il risultato che abbiamo raggiunto: una raccolta differenziata media dell’83%, con punte altissime nei comuni più piccoli e oltre il 78% a San Giovanni Lupatoto, un dato straordinario per un centro urbano.

Come siete riusciti a raggiungere risultati così rilevanti?

È stato decisivo coinvolgere le persone, promuovendo una nuova cultura del rifiuto. Il vecchio slogan “chi inquina paga” oggi è superato: non possiamo più permetterci l’inquinamento, non ha prezzo. Dobbiamo superare il concetto stesso di rifiuto, come indica anche la Regione Veneto, che ha fissato l’obiettivo di nessuna nuova discarica e una raccolta differenziata al 90% entro il 2030.
Per arrivarci serve un sistema integrato e coordinato, dove le società partecipate sappiano gestire tutte le fasi del ciclo, dal conferimento al riciclo, e dove anche i soggetti privati abbiano un ruolo nel trattamento dei materiali. Il futuro è la gestione integrata, non più settoriale o frammentata.

Ha parlato di un cambio di mentalità, ma anche di organizzazione. Come si struttura il Consiglio di Bacino?

Il Bacino è un’assemblea di 39 comuni, rappresentati da sindaci, assessori o consiglieri delegati. Al suo interno opera un Comitato rappresentativo che tiene conto della diversa dimensione dei comuni, dai più grandi ai più piccoli. Alla presidenza si alternano San Giovanni Lupatoto e Legnago, in un modello di equilibrio che garantisce rappresentanza e continuità. È un sistema partecipato, che funziona perché tutti i territori si sentono parte del progetto.

In che modo la governance ha inciso sui risultati ambientali e di raccolta?

Il merito è di una sinergia costante tra i comuni, le società e gli operatori. Oggi il bacino Verona Sud è terzo a livello regionale per performance ambientale, secondo i dati ARPAV. La nostra forza è il lavoro di squadra: Esa-Com e Sive sono due realtà che hanno saputo migliorare la qualità del servizio, investendo in mezzi, innovazione e formazione del personale. Il prossimo passo, ormai maturo, sarà quello di unificare i gestori in un’unica società pubblica capace di garantire efficienza, massa critica e capacità d’investimento.

A proposito di società pubbliche, lei ha più volte ribadito l’importanza del modello “in house”.

Sì, perché credo che le società pubbliche, se gestite bene, siano un valore aggiunto per la collettività. La giurisprudenza europea e della Corte dei Conti riconosce loro un “quid pluris”, un valore che va oltre l’utile economico e riguarda la tutela dell’ambiente e del territorio. Il nostro Piano d’Ambito, ormai pronto, individua proprio nella gestione in house lo strumento più efficace per garantire continuità, trasparenza e sostenibilità economica. Gli appalti hanno una logica diversa: il pubblico deve poter pianificare nel lungo periodo, non solo competere al ribasso.

Quali saranno i prossimi obiettivi del nuovo Piano d’Ambito?

Il documento, che stiamo per approvare, contiene sia linee generali di sviluppo, sia azioni operative. Verona è una provincia particolare: è l’unica in Veneto con tre bacini, una situazione che risente di un passato complesso e che andrà superata. Il nostro compito è essere trainanti per gli altri, proponendo modelli replicabili e anticipando gli obiettivi regionali. Dobbiamo lavorare verso una tariffa unica, una gestione unificata e una programmazione comune, perché solo così il sistema diventa sostenibile e competitivo.

Presidente, un bilancio del suo mandato che si avvia alla conclusione?

In questi cinque anni abbiamo ridotto le società da quattro a due, creato sinergie tra gli operatori e raggiunto risultati ambientali che ci collocano ai vertici regionali. Ma soprattutto, abbiamo costruito un metodo di lavoro condiviso, dove ogni decisione nasce dal confronto tra amministratori. Sono orgoglioso della rapidità e dell’unità con cui l’assemblea approva le delibere: non per fretta, ma perché c’è una visione comune. L’ambiente non è una bandiera, è una responsabilità verso le persone.

In sintesi, qual è il messaggio che lascia al territorio?

Che l’ambiente è il futuro. Non si tratta solo di rifiuti, ma di salute pubblica, qualità della vita e rispetto della persona. Ogni cittadino deve sentirsi parte di questo percorso, perché solo con la partecipazione e la consapevolezza si costruisce un modello davvero sostenibile.

Condividi ora!