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Vinitaly.USA, oltre 2.200 operatori: da Chicago riparte il vino italiano negli Stati Uniti

di Matteo Scolari
Chiusa a Chicago la seconda edizione di Vinitaly.USA: coinvolgimento delle nuove generazioni, storytelling digitale e turismo del vino al centro della strategia per il mercato nordamericano.

Si è chiusa con oltre 2.200 operatori da Stati Uniti, Canada e Messico la seconda edizione di Vinitaly.USA, ospitata il 5 e 6 ottobre al Navy Pier di Chicago. Un incremento del +47% rispetto al 2024, che segna una svolta positiva per l’export del vino italiano nel mercato nordamericano, in un clima finalmente più disteso dopo mesi di incertezze e tensioni legate alla politica tariffaria.

Le 250 aziende espositrici, con oltre 2.000 etichette in degustazione, hanno evidenziato come, quest’anno, i dazi non siano stati al centro delle trattative. Al contrario, importatori e distributori sono apparsi più ottimisti e orientati al business, pronti a valutare nuovi accordi commerciali e progetti di promozione.

«Vinitaly.USA ha saputo rispondere con determinazione e progettualità a un contesto difficile – ha commentato Federico Bricolo, presidente di Veronafiere –. Il risultato è il frutto di un vero successo del sistema Paese, con la presenza delle istituzioni, del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, del presidente di ITA Matteo Zoppas e di tutto il mondo associativo e produttivo».

A fianco della parte espositiva, il calendario degli eventi ha coinvolto wine2wine Vinitaly Business Forum, ITA – Italian Trade Agency e Vinitaly Tourism, la nuova iniziativa dedicata all’incoming enoturistico. Al centro del confronto, l’esigenza di coinvolgere le nuove generazioni di consumatori, in particolare Millennials e Gen Z, sensibili allo storytelling autentico, all’identità territoriale e alla presenza online dei brand. Il Prosecco e i vini bianchi si confermano protagonisti di queste nuove tendenze, trovando spazio nei menù fusion e internazionali.

«La crescita degli operatori e la qualità del networking confermano la forza del brand Vinitaly – ha dichiarato Adolfo Rebughini, direttore generale di Veronafiere –. Questa manifestazione rafforza le relazioni commerciali e apre nuove opportunità in Nord America, con un approccio di sistema che mette in rete imprese, istituzioni e media specializzati». Tra questi ultimi, spicca la presenza di testate internazionali come Wine Spectator, Decanter e Wine Enthusiast.

Proprio Wine Spectator ha scelto Vinitaly.USA per svelare in anteprima la nuova lista dei 150 produttori selezionati per OperaWine 2026, riconfermando la centralità del mercato americano per la promozione del vino italiano di qualità.

Vinitaly.USA rappresenta solo una tappa della strategia di internazionalizzazione di Veronafiere, che da qui ad aprile 2026 attraverserà Asia, Europa e Americhe con un calendario di eventi tra Tokyo, Belgrado, Tirana, Bangkok, Mumbai, Varsavia, Oslo e Chengdu, per poi concludersi con la 58ª edizione di Vinitaly a Verona, dal 12 al 15 aprile 2026.

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