Davide Bulighin: «Confcooperative Verona celebra 80 anni di economia cooperativa»
di Matteo ScolariIl 2025 è un anno speciale per Confcooperative Verona, che celebra l’ottantesimo anniversario della sua fondazione. Fondata nel 1945, l’associazione rappresenta oggi più di 200 cooperative e ha un ruolo chiave nel panorama economico veronese. A Focus Verona Economia, Davide Bulighin, direttore di Confcooperative Verona, ha raccontato la storia dell’associazione, analizzato le sfide che il settore cooperativo sta affrontando e prospettato le opportunità future, mettendo in luce il contributo fondamentale delle cooperative all’economia locale e nazionale.
Direttore Bulighin, quest’anno Confcooperative Verona celebra un anniversario importante. Cosa significa per voi questo traguardo?
Sì, il 2025 segna un anniversario speciale per noi: 80 anni dalla prima assemblea generale di Confcooperative Verona, che si è tenuta il 12 novembre 1945. È una data che rappresenta la storia della cooperazione e il suo valore per la nostra comunità. Oggi siamo la principale associazione di rappresentanza politica ed economica dell’economia cooperativa nel territorio veronese. Confcooperative Verona rappresenta oltre 200 cooperative, con circa 28.000 soci e 17.000 addetti, contribuendo significativamente all’economia locale. Il nostro settore ha un impatto rilevante: il 12,5% degli occupati in provincia proviene dalle cooperative. Questo anniversario non è solo un momento per festeggiare, ma anche per riflettere sul percorso che abbiamo fatto e sulle sfide che ci attendono.
Il 12 novembre, celebrerete l’anniversario con una assemblea speciale. Cosa ci possiamo aspettare da questo evento?
L’assemblea del 12 novembre sarà un’occasione davvero importante. Si terrà presso la Rocca Sveva di Soave e, oltre a celebrare i nostri 80 anni, sarà un’opportunità per riunire cooperatori e stakeholder pubblici in un evento che vuole sottolineare l’importanza della cooperazione. Avremo l’onore di ospitare il presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini, che terrà un intervento molto significativo. La nostra storia cooperativa non riguarda solo le imprese, ma anche le comunità. Quindi, questa giornata avrà una forte valenza simbolica, ma anche concreta, con discussioni sui valori della cooperazione e sul futuro del settore.
Negli ultimi anni, come ha reagito il mondo cooperativo alle difficoltà economiche legate alla pandemia e all’incertezza globale?
Gli ultimi anni sono stati molto sfidanti. La pandemia ha avuto un impatto significativo, ma il settore cooperativo ha reagito con resilienza. Dal 2021, abbiamo registrato una forte crescita dell’occupazione, con un incremento del tasso di occupazione a livello nazionale, che ha raggiunto il 62,2% nel 2024. Tuttavia, il 2025 sta presentando un rallentamento della crescita, e siamo di fronte a una stabilizzazione dei livelli occupazionali. La difficoltà principale è stata quella di bilanciare l’offerta di lavoro con una domanda che non è sempre riuscita a pareggiare il ritmo, il che ha portato anche a un aumento delle politiche retributive per attrarre forza lavoro. In Veneto, la situazione è diversa rispetto ad altre regioni: la crescita dell’occupazione è stata maggiore, con un tasso di occupazione che ha toccato il 70,2% nel 2024, e per i 20-64 anni addirittura il 75%. Tuttavia, la disoccupazione giovanile resta una sfida, con l’Italia che ha uno dei tassi più alti in Europa. Questo è un dato preoccupante, e dobbiamo fare di più per integrare i giovani nel mercato del lavoro.
Quali sono le principali sfide che il settore cooperativo dovrà affrontare nei prossimi anni?
Le sfide non mancano, specialmente in un contesto macroeconomico che continua a essere influenzato da incertezze geopolitiche, dazi internazionali e fluttuazioni valutarie. A livello globale, il mercato dei dazi e il rapporto euro-dollaro stanno creando ostacoli, in particolare per le esportazioni delle nostre cooperative. Inoltre, i tassi di interesse elevati stanno influenzando negativamente gli investimenti necessari per mantenere la competitività. A questi si aggiungono le difficoltà geopolitiche, che stanno generando un ambiente di incertezza che rallenta la domanda interna ed estera. Tuttavia, nonostante questi fattori, l’occupazione cooperativa ha continuato a crescere, e questo dimostra che, sebbene ci siano rallentamenti, il settore rimane vibrante e forte. Nei prossimi anni, la cooperazione dovrà affrontare il passaggio generazionale e adattarsi alle sfide della transizione energetica e digitale, che sono centrali per la competitività delle cooperative.
Guardando al futuro, quali sono le previsioni per il 2026? Ci sono segnali positivi o preoccupazioni da considerare?
Per il 2026, ci aspettiamo una stabilizzazione del mercato occupazionale. Non prevediamo grandi aumenti, ma è positivo che l’occupazione resti su buoni livelli, specialmente a livello regionale. Il Veneto continua a performare bene, con un saldo occupazionale positivo e un tasso di occupazione che, pur rallentando, rimarrà comunque solido. Ma il vero rischio è legato alla geopolitica e alla situazione internazionale, che, se dovessero persistere, potrebbero rallentare ulteriormente la crescita. I cambiamenti climatici, le fluttuazioni dei mercati energetici e le incertezze politiche potrebbero influenzare negativamente gli investimenti, rendendo il quadro economico ancora più complesso. È fondamentale che le cooperative si preparino ad affrontare queste sfide con un approccio innovativo e con un piano strategico che guardi al lungo periodo, seppur in un contesto di incertezze.
Infine, come viene percepita la cooperativa oggi? C’è ancora confusione tra cooperativa e settore sociale?
La cooperativa viene spesso vista solo come un’entità sociale o solidale, ma in realtà siamo un player fondamentale dell’economia. Le cooperative operano esattamente come qualsiasi altra azienda, con una forte impronta economica, ma con un modello che privilegia la solidarietà e la partecipazione dei soci. Molte delle nostre realtà operano nei settori sociale, sanitario, logistico, ma siamo attivi anche in ambiti come agricoltura e industria. Il nostro obiettivo è far capire che, pur avendo una dimensione sociale, le cooperative sono impresa a tutti gli effetti, che contribuisce significativamente all’economia, al benessere dei territori e alla sostenibilità.
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