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Oltre le vette: tecnologie e intelligenza artificiale per il futuro della montagna

di Matteo Scolari
Dalle valli della Lessinia un messaggio chiaro: l’innovazione digitale può diventare la leva per rilanciare le aree montane, contrastare lo spopolamento e costruire un nuovo modello di sviluppo territoriale, sostenibile e connesso.

C’è un’Italia che guarda al futuro non dai grattacieli delle metropoli, ma dalle pendici delle sue montagne. È l’Italia dei territori marginali, spesso considerati periferici, ma oggi più che mai centrali nella riflessione sullo sviluppo sostenibile, sulla qualità della vita e sull’equità territoriale. La dodicesima edizione degli Stati Generali della Lessinia, svoltasi a Bosco Chiesanuova, ha messo in evidenza un’urgenza e, insieme, un’opportunità: colmare il divario tra le aree montane e i grandi centri urbani attraverso le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale (IA).

L’intervento di uno dei relatori, Massimiliano Turazzini.

La montagna, da sempre custode di saperi antichi, oggi chiede di essere protagonista di un futuro smart, connesso, attrattivo. Ma non si tratta di rincorrere mode o tecnologie fini a sé stesse: si tratta di restituire competitività e dignità a comunità troppo spesso penalizzate da carenze infrastrutturali, declino demografico, isolamento economico e sociale.

Come hanno ricordato i relatori dell’incontro promosso da Verona Network, le tecnologie digitali e l’IA non sono solo strumenti, ma chiavi per ripensare il rapporto tra centro e periferia, tra uomo e ambiente. Attraverso reti intelligenti, formazione avanzata e servizi digitali innovativi, è possibile avviare un nuovo modello di sviluppo in grado di valorizzare le specificità dei territori montani, e non di omologarle.

Non è utopia. È già realtà. Gli esempi raccontati – dall’imprenditoria tech ai progetti ITS supportati da imprese locali – dimostrano che anche a mille metri di altitudine si può fare innovazione, a patto che ci siano visione politica, collaborazione tra enti e coraggio imprenditoriale. L’IA può supportare la medicina di prossimità, ottimizzare i trasporti, sostenere il turismo esperienziale, migliorare la gestione delle risorse naturali. Ma serve, prima di tutto, una nuova cultura della montagna, che superi il concetto di “area da assistere” e la riconosca come laboratorio di resilienza e sostenibilità.

Il video saluto di Lorenzo Fontana.

Le parole del Presidente della Camera Lorenzo Fontana, del deputato Ciro Maschio e della vicepresidente regionale Elisa De Berti lo hanno evidenziato: se vogliamo che le montagne non si svuotino, dobbiamo far sì che tornino ad attrarre, offrendo non solo bellezza e natura, ma anche opportunità di lavoro, servizi di qualità, un welfare su misura. L’IA non cancellerà la fatica di vivere in quota, ma potrà renderla meno solitaria, meno svantaggiata, più connessa al mondo.

La sfida è portare la montagna nel futuro, senza cancellarne l’anima. E affinché questo accada, occorre una rivoluzione gentile, tecnologica e umana al tempo stesso. Gli Stati Generali della Lessinia ce lo ricordano: il futuro non scende solo dalle città, può anche salire dalle cime.

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