Dazi USA al 30%, rischio da 35 miliardi: il Veneto tra le regioni più resilienti

I dazi doganali al 30% introdotti dall’amministrazione Trump rischiano di infliggere un colpo da 35 miliardi di euro all’anno al sistema produttivo italiano, un impatto che equivale a una finanziaria. L’allarme arriva dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre, che evidenzia come le conseguenze più gravi potrebbero abbattersi sulle regioni del Mezzogiorno, a causa della scarsa diversificazione dell’export locale.

A fronte di un’eventuale estensione delle barriere commerciali americane – dopo acciaio, alluminio, auto e componentistica – i territori del Sud risultano particolarmente esposti: in Sardegna l’indice di diversificazione delle esportazioni è pari al 95,6%, seguita da Molise (86,9%) e Sicilia (85%). «Dove pochi settori dominano l’export, il rischio di shock economici è più alto», spiegano dalla CGIA.

Il Veneto, invece, si posiziona tra le regioni più resilienti. Con un indice di diversificazione del 46,8%, è terza a livello nazionale dietro Lombardia (43%) e Puglia (49,8%), riducendo la vulnerabilità agli sconvolgimenti del commercio internazionale. L’export veneto verso gli USA, pari a 7,5 miliardi di euro nel 2023, è trainato da occhialeria, vini e gioielleria, settori che potrebbero subire rincari ma che beneficiano di una gamma merceologica più ampia.

Le aziende venete, soprattutto quelle orientate all’innovazione e ai mercati internazionali, dovranno però monitorare con attenzione l’evoluzione dei rapporti commerciali, considerando anche l’effetto indiretto di un possibile rafforzamento dell’euro e dell’aumento del costo delle materie prime.

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