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Export agroalimentare veneto: +90% in dieci anni, ma incombe la minaccia dai dazi

di Matteo Scolari
Boom delle esportazioni per il comparto agroalimentare veneto, che in dieci anni ha quasi raddoppiato i volumi. Ma sullo sfondo incombono i dazi e la concorrenza internazionale.

L’export agroalimentare del Veneto ha vissuto un decennio di crescita impetuosa, ma ora deve affrontare la sfida dei dazi e l’aumento delle importazioni che rischiano di mettere a repentaglio la forza del Made in Italy sui mercati internazionali.

Il report dell’Osservatorio Economico Agroalimentare di Veneto Agricoltura evidenzia come, tra il 2014 e il 2024, l’export agroalimentare italiano sia passato da 34 a quasi 70 miliardi di euro. Il Veneto ha seguito un ritmo ancora più dinamico, registrando un +90% e raggiungendo quota 9,9 miliardi di euro nel 2024, il 14,7% del totale nazionale. Settori trainanti sono stati le bevande – in particolare il vino –, i prodotti da forno e i lattiero-caseari. Solo le bevande valgono il 34,7% dell’export veneto, pari a circa 3,5 miliardi di euro.

In Europa la Germania (19,7%) resta il partner principale, mentre fuori dall’UE spiccano gli Stati Uniti, attratti dalla qualità delle produzioni venete. Oltreoceano il Veneto ha visto crescere le proprie esportazioni del 16% nel 2024, toccando quota 927 milioni di euro, con le bevande che rappresentano il 76,5% dell’export verso gli USA (709 milioni di euro).

Ma la situazione non è priva di ombre. L’import agroalimentare, sia a livello nazionale che regionale, è cresciuto sensibilmente, segnando per il Veneto un aumento del +61,6% in dieci anni. A preoccupare sono soprattutto le barriere tariffarie: i dazi statunitensi, se applicati su prodotti DOP e IGP, potrebbero erodere la competitività e danneggiare l’immagine del Made in Italy.

Per rispondere a queste minacce, è necessario puntare su strategie commerciali efficaci e sul sostegno europeo nelle trattative internazionali. L’accordo di libero scambio tra l’UE e i Paesi Mercosur, siglato a dicembre 2024, potrebbe rappresentare un’opportunità per l’agroalimentare veneto, grazie alla progressiva liberalizzazione del 90% delle importazioni di beni industriali e del 93% dei prodotti agricoli. Il Veneto, forte di un’identità produttiva difficilmente sostituibile, ha ora l’occasione e la responsabilità di difendere la propria eccellenza.

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