Inaugurato Wine to Asia 2025: il vino italiano protagonista nella Greater Bay Area
di Matteo ScolariÈ partita ieri, al Convention & Exhibition Center di Shenzhen, la terza edizione di Wine to Asia, il più importante evento fieristico asiatico dedicato al vino e agli spirits, organizzato da Veronafiere Asia e Vinitaly. Un’edizione in crescita che, fino all’11 maggio, porterà nella metropoli della Greater Bay Area oltre 500 espositori da 30 Paesi, tra cui 50 cantine italiane. Attesi circa 15.000 operatori professionali provenienti da Cina, Giappone, Singapore, Corea del Sud, Taiwan, Hong Kong e Macao.
Il cuore dell’iniziativa resta l’internazionalizzazione del vino italiano in Oriente. L’edizione 2025 si distingue anche per una significativa presenza istituzionale italiana, con il supporto dell’Ambasciata d’Italia in Cina, del Consolato di Guangzhou e dell’ICE, oltre al coinvolgimento del China Council for the Promotion of International Trade (CCPIT) di Shenzhen.
«Wine to Asia conferma Shenzhen come nuova capitale asiatica del vino», ha dichiarato Simone Incontro, responsabile Veronafiere per la Cina. «La manifestazione cresce con un Dna sempre più orientato al business, ma anche al lifestyle esperienziale, intercettando l’evoluzione dei consumi asiatici verso prodotti di qualità e cultura».
Olio EVO protagonista con SOL2EXPO
Grande novità dell’edizione 2025 è l’ingresso dell’olio extravergine d’oliva all’interno del format fieristico, grazie al debutto in Cina di SOL2EXPO, spin-off internazionale di Sol&Agrifood. Presenti aziende da Italia, Spagna, Grecia e Cina con degustazioni, masterclass e persino proposte di mixology a base di EVO, a testimonianza di un’offerta gastronomica sempre più integrata e innovativa.
Il mercato asiatico torna a crescere
Secondo l’Osservatorio UIV-Vinitaly, il valore al consumo dei vini importati nei principali Paesi asiatici è destinato a passare da 9,4 miliardi a 10,9 miliardi di dollari entro il 2028 (+16%). Il focus resta la Cina, con una previsione di crescita del +23% nei prossimi tre anni (fino a 4,4 miliardi). Particolarmente dinamici anche Corea del Sud (+28%), India, Vietnam e Filippine. Il Giappone cresce più lentamente, ma con un valore consolidato di 3,4 miliardi.
Il vino italiano ha già una solida base: oltre 1,1 miliardi di dollari di consumo in Asia, con una stima di 1,24 miliardi entro il 2028. «ICE è presente con la più grande collettiva di vini italiani sul mercato cinese», ha commentato Francesco Pensabene, direttore ICE per Cina e Mongolia. «Ora è il momento di rafforzare i legami con la distribuzione e promuovere una presenza più coesa del Made in Italy».
Eventi, masterclass e nuove tendenze
Il programma conta oltre 15 masterclass e degustazioni speciali. Tra le più attese, la degustazione guidata da Filippo Bartolotta per Unione Italiana Vini, e l’intervento di Debra Meiburg MW con una riflessione dal titolo “Wine is dead?”. Molta attenzione anche al nuovo vino cinese, rappresentato nel padiglione Loong’s Toast x YGCW e nell’incontro “Wine on the Go”, con tre giovani produttori locali in diretta collegamento con New York.
Un tocco pop arriva dalla mixology e dai locali trendy di Shenzhen, Guangzhou, Hong Kong, Xiamen e Zhuhai, che ospiteranno 66 eventi off-site in nove giorni, anche con protagonisti il Grana Padano e De’ Longhi, sponsor di una lounge lifestyle con giornate a tema come “Sake Day” e “Champagne Day”.
Alla cerimonia inaugurale erano presenti l’Ambasciatore d’Italia in Cina, Massimo Ambrosetti, e numerosi rappresentanti istituzionali internazionali, tra cui consoli e direttori delle camere di commercio estere.
Wine to Asia si conferma così un ponte strategico tra l’Italia e il più promettente mercato vinicolo del futuro, e rappresenta un tassello fondamentale della strategia di internazionalizzazione di Veronafiere, che proseguirà con il prossimo Vinitaly USA a Chicago (5-6 ottobre 2025), mentre si è appena chiusa con successo Wine South America in Brasile.
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