SAPPE ricorda Papa Francesco: «Un pontefice vicino alle carceri e agli agenti di Polizia Penitenziaria»
di RedazioneCon la scomparsa di Papa Francesco, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE) esprime profondo cordoglio, ricordando il pontefice della vicinanza concreta alle carceri italiane e al personale di Polizia Penitenziaria. Un legame speciale, alimentato da gesti significativi e da una sensibilità rara verso chi vive e lavora nelle “periferie esistenziali”, come Papa Francesco stesso amava definire i luoghi della detenzione.
«Abbiamo avuto modo di apprezzarlo proprio per questa attenzione costante – afferma Donato Capece, segretario generale del SAPPE –. Un uomo che ha scelto di stare dalla parte di chi soffre, non con le parole, ma con i fatti concreti».
Fin dal 28 marzo 2013, appena 15 giorni dopo la sua elezione, Papa Francesco ha celebrato la Messa in Coena Domini nell’Istituto per Minori di Casal del Marmo, rompendo la tradizione che voleva quella celebrazione nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Un gesto epocale, ripetuto undici anni dopo, nel 2023, sempre nello stesso luogo. E ancora Rebibbia, Paliano, Regina Coeli, Velletri, Civitavecchia, Giudecca, Verona: le visite ai carceri italiani hanno rappresentato una costante del pontificato, segnando la prossimità reale e non simbolica del pontefice.
Capece ricorda con particolare emozione l’udienza del 2019 con l’Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria (ANPPe), quando Papa Francesco indossò la bustina dell’associazione, un gesto simbolico fortissimo che riconosceva il valore e la dedizione degli agenti di custodia. In quell’occasione, il Papa disse: «Grazie perché il vostro lavoro è nascosto, spesso difficile e poco appagante, ma essenziale. Siete tessitori di giustizia e di speranza».
La testimonianza concreta di Papa Francesco è culminata in gesti di grande intensità anche nell’ultimo anno di pontificato: nel 2024, ha visitato l’istituto femminile della Giudecca e la casa circondariale “Germana Stefanini” di Roma, celebrando la Messa in Coena Domini; ha pranzato con i detenuti della casa circondariale di Verona e, il 26 dicembre, ha aperto la Porta Santa nel penitenziario romano, un segno di speranza per i reclusi. «La speranza non delude», affermava Francesco, invitando tutti, dentro e fuori le carceri, a spalancare le porte del cuore.
Anche la sua ultima visita a Regina Coeli, pochi giorni prima della morte, è stata un gesto di amore e vicinanza, pur con il corpo segnato dalla malattia. «Quest’anno non posso fare la lavanda dei piedi, ma sono vicino a voi», aveva detto rivolgendosi ai detenuti.
«Ricorderemo per sempre Papa Francesco come il Pontefice che ha scelto i fatti alle parole – conclude Capece –. La Segreteria Generale del SAPPE e tutti gli iscritti esprimono sincero cordoglio, riconoscendo in lui un alleato vero e concreto nella difficile realtà delle carceri italiane».
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