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Rebughini: «Vinitaly ha confermato il suo ruolo strategico per il mondo del vino»

di Matteo Scolari
Adolfo Rebughini, direttore generale di Veronafiere, traccia un bilancio solido dell’edizione 2025 di Vinitaly, luogo di grande diplomazia e rilancio economico.

Il direttore generale di Veronafiere, Adolfo Rebughini, traccia un bilancio solido dell’edizione 2025 di Vinitaly, sottolineandone il valore strategico per il comparto vinicolo e per il posizionamento internazionale del Made in Italy. Dai numeri alla diplomazia commerciale, fino all’evoluzione dei format, l’evento si conferma come uno dei pilastri economici e culturali del Paese.

Direttore, che messaggio emerge da questa edizione di Vinitaly?

Vinitaly ha confermato di essere un appuntamento strategico per il mondo del vino italiano e per la cultura che lo circonda. In un momento segnato da incertezze e shock di mercato, abbiamo visto una risposta equilibrata, che valorizza la moderazione e la qualità. Il brand è solido, e le presenze lo dimostrano.

Partiamo da Vinitaly and the City. Com’è andata la parte cittadina dell’evento?

È stata un successo. In tre giorni abbiamo distribuito circa 50.000 token degustazione. La manifestazione B2C si conferma un abbraccio reciproco tra la città di Verona e il mondo del vino. È un legame sempre più profondo, che coinvolge cultura, territorio, comunità.

E i nuovi format introdotti quest’anno?

Hanno avuto un ottimo riscontro. Penso a Vinitaly Tourism dedicato all’enoturismo, a Amphora Revolution con i vini in anfora, alle degustazioni tematiche, alla ristorazione d’eccellenza, fino alla serata “Vinitaly in the Night” in Gran Guardia. Sono esperienze che arricchiscono la proposta della fiera, spingendola verso nuove dimensioni.

Qual è il bilancio in termini di presenze e buyer?

Possiamo confermare i dati dello scorso anno, con circa 97.000 visitatori. Ma è soprattutto il dato dei buyer esteri a essere rilevante: i tre Paesi più rappresentati sono Stati Uniti, Regno Unito e Germania, tutti in crescita. Gli USA, in particolare, segnano un +5% rispetto al 2024. Crescono anche Francia e Germania, probabilmente in doppia cifra. Solo una leggera flessione dalla Cina.

Un risultato frutto di un lavoro di squadra?

Sì, e ci tengo a sottolinearlo. Il merito va al team incoming di Veronafiere, alla collaborazione con ITA – ICE Agenzia e al presidente Matteo Zoppas. È un lavoro che dura tutto l’anno, con una presenza costante all’estero e una rete capillare di relazioni che porta risultati concreti.

Che indicazioni vi arrivano dagli espositori?

Molto positive. Le agende erano piene, il clima generale è stato di soddisfazione. Questa edizione ha dimostrato che Vinitaly è più che mai un asse strategico per il settore e per l’intero sistema Paese.

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