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UIV a Vinitaly: «Produzione dei vini dealcolati ferma per vuoto normativo»

di Matteo Scolari
Frescobaldi e Castelletti denunciano: «Settore paralizzato, senza una norma ponte si parte solo nel 2026. Il mercato No-Lo corre, l’Italia resta ferma».

Il settore del vino dealcolato in Italia è fermo al palo. A denunciarlo è Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione Italiana Vini (UIV), in occasione di Vinitaly 2025, con una dichiarazione chiara e inequivocabile:
«Sui dealcolati oggi il settore è fermo con le quattro frecce. Dobbiamo risolvere gli snodi fiscali e normativi e dobbiamo iniziare a produrre.»

Lamberto Frescobaldi, presidente Unione Italiana Vini.

Il riferimento è al vuoto legislativo che blocca la produzione di vini dealcolati nonostante il decreto ministeriale firmato a dicembre 2024. Una misura ancora inattuabile, secondo UIV, a causa dell’assenza di un inquadramento fiscale definitivo, che rimanda l’avvio della produzione a non prima del 2026, se non si interviene subito.

A entrare nei dettagli è il segretario generale Paolo Castelletti, che ha sottolineato come la questione sia da ricondurre a una mancata armonizzazione tra il Ministero dell’Agricoltura e quello dell’EconomiaServe una norma ponte che consenta di definire il quadro fiscale per la produzione in questa fase transitoria. È impensabile che aziende che hanno investito in macchinari per la dealcolazione rimangano bloccate per un vuoto normativo in cui la mano destra della pubblica amministrazione non sa cosa fa la sinistra.»

Paolo Castelletti, segretario UIV.

Ulteriori ostacoli operativi provengono dalla norma sulla promiscuità degli spazi, che impone la separazione fisica delle aree produttive, e dalla mancanza di regole chiare per la produzione di spumanti dealcolati gassificati. Su entrambi i fronti, UIV sta dialogando con il Ministero per ottenere una modifica urgente del decreto.

Il paradosso è che mentre il mercato internazionale dei vini No-Lo (no e low alcohol) si espande a ritmi sostenuti, in Italia tutto è bloccato. Secondo l’Osservatorio del Vino UIV-Vinitaly, basato su dati IWSR, questo comparto vale oggi 2,4 miliardi di dollari e dovrebbe raggiungere i 3,3 miliardi nel 2028, con un tasso di crescita annuale dell’8% a valore e del 7% a volume.

Nonostante l’interesse crescente da parte dei giovani consumatori e mercati esteri, il nostro Paese rischia di restare indietro, perdendo l’occasione di posizionarsi in un segmento innovativo, sostenibile e in forte espansione.

L’appello di UIV è rivolto al Governo, affinché intervenga con urgenza per sbloccare la normativa, garantendo alle imprese la possibilità di operare in sicurezza e trasparenza.
L’Italia può e deve giocare un ruolo da protagonista nel segmento dei vini dealcolati, ma senza una cornice fiscale e operativa chiara, resta tagliata fuori da un mercato destinato a trasformare le abitudini di consumo globali.

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