Operaio morto folgorato alla Anodall. Fiom «Vogliamo verità e giustizia per Vincenzo»
di Matteo ScolariAncora una tragedia sul lavoro nella provincia di Verona. Vincenzo, operaio manutentore meccanico di 50 anni, originario di Taranto e residente nel mantovano, è morto nella mattinata di oggi, 2 aprile, all’interno dello stabilimento Anodall Extrusion di Trevenzuolo, azienda specializzata nella lavorazione dell’alluminio. Secondo le prime informazioni, il decesso sarebbe avvenuto per folgorazione, ma le indagini dei carabinieri e dello Spisal dell’Ulss 9 Scaligera sono ancora in corso per chiarire le dinamiche precise dell’accaduto.

La FIOM di Verona, immediatamente allertata dai lavoratori, si è recata sul posto con il funzionario Flavio Capone, che ha dichiarato: «Sembrerebbe che il tragico evento sia avvenuto per folgorazione, ma certezze in merito ancora non se ne hanno. Aspettiamo che chi indaga faccia il proprio lavoro. Tuttavia, è noto che nell’ottobre 2023 un altro lavoratore, in appalto, fu vittima di una folgorazione nella stessa azienda: allora si salvò. A Vincenzo è andata peggio. Faremo tutto ciò che è in nostro potere perché la sua morte non venga sottovalutata. Quando si muore sul lavoro, qualcosa non ha funzionato».
L’azienda ha deciso la chiusura temporanea dello stabilimento per tre giorni, ma già per domani è stata convocata un’assemblea sindacale davanti ai cancelli di Anodall, nonostante la sospensione delle attività produttive. Un momento di confronto e di mobilitazione per tutti i colleghi di Vincenzo, ancora scossi per l’accaduto e in attesa di risposte.
Durissimo il commento del segretario generale della FIOM di Verona, Martino Braccioforte, che ha sottolineato: «Non è possibile che eventi drammatici come questo continuino ad accadere quotidianamente nel nostro Paese, in Veneto e nella nostra provincia. È uno stillicidio senza fine. Condividiamo il dolore della famiglia e dei colleghi di Vincenzo. Ma non basta indignarsi: la FIOM veronese si costituirà parte civile, per accertare le responsabilità, conoscere la verità, e soprattutto per tutelare chi resta, chi continuerà a lavorare anche dopo questa ennesima tragedia».

Braccioforte ha anche rivolto un appello alle istituzioni e al mondo dell’impresa: «La sicurezza deve tornare a essere la prima priorità. È inaccettabile che ancora oggi si possa morire lavorando. Non bastano le commemorazioni: servono interventi concreti, controlli più stringenti, formazione continua e cultura della prevenzione. La vita e la salute delle lavoratrici e dei lavoratori devono essere al centro delle scelte aziendali e politiche».
La morte di Vincenzo, che lavorava in Anodall da tre anni, pone nuovamente al centro del dibattito pubblico e sindacale il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare nel comparto manifatturiero e metalmeccanico, dove gli incidenti gravi e mortali continuano a verificarsi con allarmante regolarità.
L’assemblea indetta per domani sarà solo il primo passo di una mobilitazione che la FIOM intende portare avanti per fare luce su quanto accaduto e per evitare che tragedie come questa possano ripetersi.
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