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Turismo in Veneto, nel 2024 oltre 73 milioni di presenze. In crescita la presenza internazionale

di Matteo Scolari
Federalberghi Veneto analizza i dati regionali: tra i mercati esteri, la Germania rimane il principale bacino di provenienza con oltre 18 milioni di presenze (+2%). Bene le città d'Arte e il Lago di Garda.

Il Veneto si conferma la prima regione italiana per flussi turistici, con oltre 73 milioni di presenze nel 2024. I dati definitivi pubblicati dalla Regione Veneto registrano una crescita del 3,3% degli arrivi e del 2,2% delle presenze rispetto all’anno precedente, con un consolidamento della domanda sia nel settore alberghiero (+1,1%) sia nelle destinazioni più iconiche del territorio.

Secondo il presidente di Federalberghi Veneto, Massimiliano Schiavon, questi risultati dimostrano l’eccellenza del turismo veneto, nonostante le difficoltà meteorologiche che hanno caratterizzato l’inizio della stagione balneare. «La crescita degli arrivi alberghieri è significativa e ci spinge a continuare sulla strada dell’innovazione e della qualità dei servizi», sottolinea Schiavon.

Massimiliano Schiavon
Massimiliano Schiavon

L’analisi dei dati mostra una leggera diminuzione del turismo italiano (-1,5% sugli arrivi e -1,8% sulle presenze), compensata da una crescita del turismo internazionale (+5,9% sugli arrivi e +4% sulle presenze). Tra i mercati esteri, la Germania rimane il principale bacino di provenienza con oltre 18 milioni di presenze (+2%), seguita da Austria (4 milioni), Stati Uniti (3 milioni), Regno Unito, Paesi Bassi e Francia (2 milioni ciascuno).

A livello di destinazioni, le Città d’Arte guidano la classifica con +4,5% di arrivi e +4,7% di presenze, seguite dal Lago di Garda (+4,7% arrivi, +2,6% presenze) e dalla Montagna (+2,4% arrivi, +3,4% presenze). Mare e Terme registrano una sostanziale stabilità rispetto al 2023.

Guardando al futuro, Federalberghi Veneto punta su innovazione, digitalizzazione, sostenibilità e formazione per consolidare il successo del comparto. «I dati confermano il grande potenziale della nostra regione, soprattutto in vista delle Olimpiadi invernali del 2026. Dobbiamo lavorare affinché il turismo venga percepito dalle nuove generazioni come un’opportunità professionale concreta e di valore», conclude Schiavon.

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