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Macchine per costruzioni: nel 2025 vendite in calo, ma il settore resta stabile

di Redazione
Dopo un -8,9% nel 2024, il mercato delle macchine per costruzioni prevede un calo più contenuto (-3,3%) nel 2025. Il settore si mantiene stabile grazie agli investimenti pubblici e alla resilienza del comparto edilizio.

Dopo un 2024 con numeri in contrazione per il settore delle macchine per costruzioni (-8,9%), le previsioni per il 2025 sono meno negative e indicano un possibile arretramento delle vendite del 3,3 per cento. È il quadro emerso questa mattina dalle elaborazioni del Cer (Centro Europa Ricerche) su dati Unacea, nel corso del SaMoTer Day di Veronafiere, l’appuntamento annuale per fare il punto della situazione sul mercato, in occasione della prima edizione del Paving Show & Congress (mostra-convegno riservata agli operatori del settore delle pavimentazioni stradali in corso fino a domani) e in vista del 32° Salone internazionale sulle macchine per costruzioni (6-9 maggio 2026).

Un palinsesto di eventi, ha detto il direttore generale di Veronafiere, Adolfo Rebughini, «che ci permette di essere una manifestazione “always on”, strutturata con la formula di presentazione di dati, market intelligence e accademia per la formazione, dopo l’edizione di SaMoTer 2023, che ha segnato il ritorno dei grand i marchi e la nascita di SaMoTer Lab».

Con la moderazione di Luca Nutarelli, segretario generale di Unacea, a illustrare i dati e lo scenario economico in Italia e a livello mondiale, in un quadro generalizzato di incertezza fra lo spettro dei dazi, crescita del Pil nazionale inferiore alle previsioni dell’anno precedente, ha pensato Stefano Fantacone, direttore del Cer, illustrando il quadro delle vendite 2024 delle macchine per costruzioni nei segmenti della movimentazione terra (-11,6%), macchine stradali (-3,2%), con numeri in positivi per le vendite di sollevatori telescopici (+4,9%) e per le macchine per calcestruzzo (+12,9% rispetto all’anno precedente).

Un quadro a due velocità, dunque, con previsioni per il 2025 caratterizzate da una probabile contrazione delle vendite (macchine per movimentazione terra -2,6%, macchine stradali -7,2%, sollevatori telescopici -6,1%, macchine per calcestruzzo –6,6 per cento), ma in un contesto non del tutto negativo, visto che i livelli di vendita sono stati, dopo il Covid e con gli incentivi generalizzati in Italia del Pnrr e in parte del Super-bonus, ai massimi degli ultimi anni.

A livello numerico, le elaborazioni del Cer su dati Unacea relative alle previsioni per il 2025 vedono le macchine per costruzioni vendere 25.259 unità, le macchine per movimentazione terra scendere a 20.479 unità, i sollevatori telescopici passare da un picco di 3.044 unità vendute nel 2024 a 2.858 unità, le macchine stradali scendere a 1.158 dal record di 1.290 del 2023, le macchine per calcestruzzo assestarsi a 766, dopo il record di 820 unità del 2024. Cifre che non destano, tuttavia, preoccupazione nel settore.

«Il 2025 dovrebbe essere un anno di ulteriore stabilizzazione del ciclo di vendite – ha commentato Fantacone -. Il mercato si è allontanato dal picco 2022 ma resta comunque “alto” e dovrebbe essere anche per il 2025 sostenuto dalla robusta dinamica degli investimenti pubblici e, più in generale, da una sostanziale resilienza del ciclo degli investimenti in costruzioni».

I commenti degli operatori. «Siamo reduci dal biennio 2021-2022, che ha visto un’impennata nel settore delle macchine edili grazie al Pnrr – ha detto Gianluca Calì, direttore marketing di Cgt –. La flessione del 2024 è stata evidente, ma il portafoglio lavori dei nostri clienti rimane solido, così come il settore del noleggio delle macchine per le costruzioni stradali si colloca su un quadrante positivo». Nonostante le sfide, ha proseguito Calì, «non siamo pessimisti e ci aspettiamo una crescita, seppure non paragonabile al boom post-pandemia».

David Bazzi, amministratore delegato di Komatsu Italia Manufactoring, ritiene che nell’ambito delle macchine per movimentazione terra il calo maggiore abbia riguardato il segmento dei mezzi compatti, più di quanto non abbia risentito il segmento rivolto alle infrastrutture. «Le prospettive rimangono positive, nonostante il calo della domanda, anche se potrebbero manifestarsi alcune criticità legate alla supply chain globale, in particolare le tensioni sui dazi, innescando carenze di trasporto e potenziali interruzioni nella produzione».

Per Paolo Salvadori, amministratore delegato di Imer Group, «il boom del settore delle costruzioni, a cui il calcestruzzo è strettamente legato, è terminato, per cui potremmo subire un rallentamento nel nostro segmento, sebbene gli investimenti assoluti rimarranno superiori ai valori del 2023». E per il futuro, Salvadori è convinto che «la crescita nei prossimi anni sarà trainata da Stati Uniti, Cina e India».

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