Export italiano, CGIA: «La crisi tedesca pesa più dei dazi USA». Scarica l’analisi completa
di Matteo ScolariL’Ufficio Studi della CGIA di Mestre ha pubblicato un’analisi approfondita sull’andamento delle esportazioni italiane, mettendo in evidenza come la crisi economica in Germania abbia avuto un impatto più significativo rispetto alla preoccupazione per i dazi statunitensi.
Negli ultimi due anni, la contrazione del mercato tedesco ha causato una perdita di 5,8 miliardi di euro per l’export italiano, con un calo di 2,7 miliardi nel 2023 e di 3,1 miliardi nei primi dieci mesi del 2024. Questo dato supera l’ipotetico impatto di nuovi dazi imposti dall’amministrazione statunitense, che secondo le stime dell’OCSE potrebbero ridurre l’export italiano verso gli USA di 3,5 miliardi di euro in caso di tariffe al 10%, fino a 12 miliardi con dazi al 20%.
L’export italiano negli Stati Uniti è cresciuto costantemente dal 2010, raggiungendo nel 2023 il valore record di 67,2 miliardi di euro, pari al 10,7% del totale nazionale. Tuttavia, nei primi dieci mesi del 2024 si è registrata una flessione di 1,5 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il caso della Germania è più complesso. Il mercato tedesco è da sempre il principale sbocco commerciale per l’Italia, ma nel 2023 l’export è sceso di 2,7 miliardi e nel 2024 ha perso ulteriori 3,1 miliardi di euro, con una contrazione complessiva del 4,9% nei primi dieci mesi dell’anno. Questo calo è attribuito alla debolezza economica della Germania, che ha ridotto la domanda di beni italiani, incidendo in particolare su settori chiave come la meccanica, l’automotive e il comparto industriale.
Il Veneto è tra le regioni più colpite dalla flessione dell’export. Con 7,5 miliardi di euro di esportazioni negli USA nel 2023, la regione rappresenta una delle realtà più esposte alle dinamiche commerciali globali. I principali prodotti esportati dal Veneto negli Stati Uniti sono strumenti medici e dentali, con un valore di 1,45 miliardi di euro, seguiti dal settore delle bevande, in particolare il vino, che ha generato 614 milioni di euro di esportazioni, e dalla gioielleria e bigiotteria, con 581 milioni di euro. La crisi tedesca ha avuto un impatto significativo anche su queste categorie, determinando una riduzione della domanda per molte aziende venete che operano nei mercati internazionali.
Oltre ai dazi e alla crisi economica della Germania, un altro elemento di preoccupazione per le imprese italiane è il caro energia, che nel 2025 potrebbe costare al sistema produttivo italiano 13,7 miliardi di euro in più rispetto al 2024. La crescita del costo dell’energia è stimata in +19,2%, con un aumento di 9,8 miliardi di euro per l’elettricità e di 3,9 miliardi per il gas. Il peso maggiore di questo rincaro ricadrà sulle imprese del Nord Italia, con il Veneto tra le regioni più esposte.
L’analisi della CGIA di Mestre conferma che l’export italiano sta attraversando un momento di forte incertezza, determinato da una combinazione di fattori che spaziano dalle dinamiche geopolitiche alle tensioni commerciali globali. Se da un lato la minaccia dei dazi USA potrebbe avere un impatto significativo su alcuni settori, dall’altro la contrazione della domanda in Germania e il caro energia rappresentano rischi immediati e concreti per il sistema produttivo italiano.
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