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Bossi: «Sostenibilità, per le nostre PMI una leva di crescita e competitività»

di Matteo Scolari
Lorenzo Bossi, direttore di Confimi Apindustria Verona, interviene ai microfoni di Verona Economia per ricordare come le direttive ESG siano una sfida per le imprese, ma anche una grande opportunità.

Nella puntata settimanale di Focus Verona Economia, in onda ogni venerdì su Radio Adige TV, abbiamo affrontato un tema attuale e necessario per il tessuto produttivo locale e nazionale: la sostenibilità nelle piccole e medie imprese. Un argomento di grande rilevanza, considerando l‘impatto delle normative europee e la necessità per le aziende di rimanere competitive in un contesto in continua evoluzione. A discuterne con noi in studio Lorenzo Bossi, Direttore di Confimi Apindustria Verona.

Direttore, negli ultimi anni il tema della sostenibilità è entrato prepotentemente nel vocabolario delle imprese. Le grandi aziende si stanno adeguando, mentre le PMI sembrano ancora in una fase iniziale. Quali sono le principali sfide che queste realtà stanno affrontando?

Le aziende che rappresento non hanno obblighi specifici di rendicontazione sulla sostenibilità, ma vi sono coinvolte indirettamente poiché fanno parte di filiere più grandi. I loro clienti o fornitori imporranno l’adeguamento agli standard ESG (ambientali, sociali e di governance), per cui le nostre imprese dovranno essere pronte a rispondere a queste esigenze. Il problema principale è che per una PMI, affrontare questa transizione comporta costi e complessità. Non si tratta solo di una questione burocratica, ma di un cambiamento culturale che richiede tempo e risorse. Per evitare che venga percepita solo come un ulteriore adempimento normativo, dobbiamo far comprendere che la sostenibilità può diventare una leva di crescita e competitività. Se affrontata nel modo giusto, può portare a un miglioramento della produttività, dell’innovazione e del controllo di gestione.

L’accesso al credito è una delle criticità principali per le PMI. Come sta cambiando il rapporto tra impresa e banca in questo nuovo scenario legato alla sostenibilità?

È un tema serio. Le banche stanno adottando criteri di valutazione sempre più legati agli indicatori ESG. Questo significa che le imprese più sostenibili avranno accesso a condizioni di finanziamento migliori. Il problema è che molte PMI non hanno ancora la consapevolezza di quanto la loro attività sia già in linea con alcuni criteri ESG, ma non lo comunicano adeguatamente. Come associazione, ci impegniamo a supportare le imprese nel dialogo con il mondo bancario, aiutandole a parlare lo stesso linguaggio della finanza. Purtroppo, le regole del credito sono sempre più standardizzate e si basano su criteri quantitativi, mentre le realtà più piccole andrebbero valutate anche sulla base della loro solidità qualitativa, della visione imprenditoriale e della capacità di adattamento.

Oltre alla sostenibilità, il 2024 è stato un anno complesso per il manifatturiero. Quali sono le principali difficoltà che state riscontrando?

Il settore sta vivendo un momento di forte incertezza. Dopo anni positivi, abbiamo visto segnali di rallentamento nella seconda parte del 2024, con una riduzione degli investimenti e un maggiore ricorso alla cassa integrazione. La combinazione di costi energetici elevati, difficoltà di reperire manodopera qualificata e incertezza sui mercati esteri, in particolare gli Stati Uniti, sta creando forti preoccupazioni. Il nostro sistema produttivo ha sempre saputo reagire con resilienza, ma è necessario che ci siano politiche di sostegno adeguate, soprattutto per le PMI. Se vogliamo mantenere la competitività del nostro tessuto imprenditoriale, dobbiamo semplificare la burocrazia, favorire gli investimenti in innovazione e rendere più accessibile il credito alle piccole imprese.

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