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Credito alle PMI, Zenari: «Le banche stiano vicine alle imprese artigiane»

di Matteo Scolari
Il presidente di Confartigianato Imprese Verona, intervenuto giovedì 12 dicembre a Focus Verona Economia, parla di accesso al credito e accorpamenti bancari, con la speranza che le piccole imprese possano rimanere al centro dell'attenzione.

Durante l’ultima trasmissione Focus Verona Economia, andata in onda su Radio Adige TV giovedì 12 dicembre, Devis Zenari, presidente di Confartigianato Imprese Verona, ha affrontato le difficoltà sempre più crescenti delle piccole e medie imprese nell’accedere al credito. Tra tassi in aumento e banche sempre più distanti dalle realtà territoriali, le PMI veronesi rischiano di trovarsi in una posizione critica.

Presidente Zenari, lo abbiamo detto in premessa: i tassi d’interesse sono aumentati, le banche hanno registrato utili importanti, ma, dall’altra parte, l’accesso al credito per le PMI sembra diventare sempre più difficile. Esagero dicendo così?

No, no, non sbaglia affatto. Questo innalzamento dei tassi d’interesse grava pesantemente sugli imprenditori, sia per chi cerca liquidità, sia per chi deve investire in nuovi macchinari. Inoltre, c’è un ulteriore ostacolo: le banche effettuano controlli sempre più severi sulle piccole aziende, che spesso non sono strutturate come le grandi imprese. Questo rende davvero difficile ottenere un supporto creditizio. In Confartigianato cerchiamo di aiutare i nostri associati collaborando con il Consorzio Veneto Garanzie, che offre garanzie bancarie e, più recentemente, credito diretto. Questo è un supporto fondamentale. Tuttavia, le fusioni tra banche e la crescita dei grandi istituti ci preoccupano, perché temiamo di essere messi in secondo piano.

Anche se la BCE sta iniziando a ridurre i tassi, seppur in modo progressivo, possiamo considerarlo un segno di speranza per il futuro?

Sì, assolutamente. È un segnale di speranza, ma dobbiamo sperare che le banche accolgano questa riduzione con un atteggiamento più favorevole verso le imprese. La speranza è che questa diminuzione possa portare benefici concreti alle PMI.

Parliamo dei processi di fusione tra banche, come l’offerta di UniCredit su Banco BPM. Questi movimenti possono disorientare le imprese?

Questi processi di fusione sono inevitabili e, purtroppo, non possiamo opporci. Tuttavia, dobbiamo essere pronti a valutare le eventuali criticità che potrebbero sorgere per le imprese, specialmente quelle che hanno rapporti con entrambe le banche coinvolte in una fusione. È importante anticipare i problemi e cercare soluzioni per proteggere le aziende. Le piccole banche locali rappresentano un’alternativa fondamentale, perché offrono un rapporto più personalizzato e una maggiore attenzione alle realtà artigiane. L’artigiano è fatto di persone, di aziende familiari con investimenti proporzionati alla loro dimensione. Le grandi banche, spesso, non considerano queste esigenze, soprattutto per finanziamenti sotto i 100mila euro, che non sono convenienti per loro.

Un’ultima riflessione: cosa chiederebbe alle banche per migliorare questa situazione?

Il mio appello alle banche è semplice: rimanete vicine alle piccole imprese e alle famiglie. Concentratevi sulla realtà locale, che offre un bacino di utenza grandissimo e sicuro. Le posizioni finanziarie degli artigiani sono proporzionate al loro lavoro, con importi ridotti e meno rischi. Le banche che sapranno valorizzare questo segmento avranno tutto da guadagnare.

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