Sunlight chiude lo stabilimento di Colognola ai Colli: sciopero il 12 novembre
di RedazioneLa notizia della chiusura della Sunlight European Battery Assembly srl (“SEBA”) di Colognola ai Colli (VR) ha scosso il territorio e il mondo sindacale. Giovedì 7 novembre, l’azienda ha comunicato, tramite PEC, l’apertura di una procedura di licenziamento collettivo per cessazione dell’attività. La misura coinvolge complessivamente 78 lavoratori: 73 dipendenti a tempo indeterminato, un lavoratore a tempo determinato e 4 lavoratori in somministrazione.
La decisione, che appare improvvisa e senza alcun preavviso, ha sollevato l’indignazione di FIM-CISL e FIOM-CGIL di Verona, che accusano la multinazionale greca Sunlight Group Energy Storage Systems di aver agito con arroganza e mancanza di trasparenza nei confronti dei lavoratori e delle loro famiglie.
«A luglio l’azienda aveva deciso di riportare la produzione su un turno unico per far fronte a un leggero calo dei volumi, ma già a settembre ci aveva rassicurato sull’aumento della produttività», spiega Serena Iacovelli della FIM-CISL di Verona, aggiungendo che a ottobre era emerso persino un «ottimismo legato a un aumento degli ordini». La decisione di chiudere lo stabilimento, dichiara Iacovelli, è arrivata come «un fulmine a ciel sereno», senza alcuna consultazione preventiva né volontà di gestire eventuali difficoltà attraverso un dialogo con i sindacati.
La chiusura dello stabilimento di Colognola ai Colli, che rappresenta l’unica sede produttiva della SEBA, è motivata dalla volontà della casa madre di trasferire l’attività produttiva in Germania, dove si trovano già alcuni stabilimenti Sunlight. La decisione risponderebbe alla necessità di avvicinarsi ai clienti chiave tedeschi, che generano il 56% del fatturato della multinazionale.
Girolamo Bracco, rappresentante della FIOM-CGIL di Verona, ha definito la situazione come un atto di “arroganza” e ha denunciato l’atteggiamento della multinazionale, accusandola di perseguire esclusivamente i propri interessi a scapito dei lavoratori e del territorio: «Come FIM e FIOM denunciamo l’atto di arroganza da parte della multinazionale, che, non curante degli effetti devastanti sul territorio dal punto di vista sociale ed occupazionale, va avanti per la propria strada precludendo qualsiasi azione difensiva a tutela dei posti di lavoro».
Bracco sottolinea che i lavoratori di SEBA hanno permesso alla multinazionale di sopravvivere a momenti critici, come il grave incendio del 2018 nello stabilimento greco, che aveva messo a rischio l’attività produttiva. Nonostante il contributo cruciale dei lavoratori italiani, l’azienda li abbandona ora con una PEC e con una procedura di licenziamento che li lascia senza prospettive.
La Sunlight European Battery Assembly è stata fondata nel 2018 proprio per espandere la presenza del gruppo Sunlight nel mercato europeo e garantire una continuità operativa durante i periodi di difficoltà. L’unità produttiva di Colognola ai Colli si è occupata principalmente di assemblaggio, rabbocco, etichettatura e messa in carica delle batterie industriali, destinate per lo più alla Germania.
Le mobilitazioni
In risposta alla comunicazione della chiusura, le organizzazioni sindacali hanno indetto uno sciopero di 4 ore con presidio davanti ai cancelli dello stabilimento martedì 12 novembre alle ore 11, alla sede di SEBA in via Strà, 175 a Colognola ai Colli. Nel pomeriggio, FIM-CISL e FIOM-CGIL saranno all’Unità di Crisi della Regione Veneto, presso Veneto Lavoro, per affrontare il caso con le istituzioni regionali.
«Non siamo disposti a subire passivamente questa decisione», ha dichiarato Iacovelli. «La multinazionale deve ritirare immediatamente la procedura di licenziamento collettivo e aprire un dialogo per trovare soluzioni alternative».
Bracco ha concluso con un appello alla mobilitazione: «In difesa dell’occupazione e contro la dismissione produttiva del sito veronese siamo già in mobilitazione insieme alle lavoratrici e ai lavoratori coinvolti, ai quali va il nostro pieno sostegno e solidarietà».
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