Lavoro sportivo: i primi dati sui lavoratori dopo la riforma del settore
di RedazioneGiovane, con età inferiore ai 30 anni, in possesso di diploma o laurea e con un contratto di lavoro inferiore all’anno: è questo l’identikit del lavoratore sportivo dopo l’entrata in vigore, a partire dal primo luglio 2023, della riforma in materia disciplinata dal D.lgs. n. 36/2021 “Riordino e riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché di lavoro sportivo”.
La riforma nasce dall’esigenza di inquadrare i compensi sportivo-dilettantistici come “redditi da lavoro”, riconoscendo ai collaboratori impiegati nel settore tutele previdenziali e assistenziali da cui prima erano esclusi.
La norma, in particolare, individua il lavoratore sportivo come ogni soggetto tesserato che svolge mansioni necessarie allo svolgimento dell’attività sportiva, ampliando quindi la platea di lavoratori rientranti nella categoria, ad esclusione dei collaboratori amministrativo gestionali e di tutti quei soggetti che non partecipano direttamente alla competizione sportiva (custodi, receptionist, addetti alle pulizie, manutentori impianti ecc.), per i quali trovano applicazione le norme ordinarie sui rapporti di lavoro subordinato. Non si definiscono invece “lavoratori sportivi” ma “volontari” coloro i quali mettono a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per promuovere lo sport, in modo personale, spontaneo e gratuito (salvo un possibile rimborso di spese documentate fino a un massimo di 150 euro mensili).
L’effetto diretto delle novità normative è stata la massiccia emersione di rapporti di lavoro: tra luglio 2023 e marzo 2024 le attivazioni con contratto di lavoro parasubordinato nel settore sono state complessivamente 52.800 in Veneto, con picchi concentrati nei mesi di luglio e settembre, in concomitanza con l’entrata in vigore della riforma e la ripresa delle attività sportive dopo la pausa estiva. In particolare, nella seconda metà del 2023 si sono registrate oltre 45.000 attivazioni, a fronte delle circa 1.700 registrate negli interi anni precedenti. Nel 2024, con l’introduzione della nuova collaborazione occasionale sportiva, a crescere sono state le attivazioni relative a questa fattispecie contrattuale, che sono state circa 5.800, ovvero il 76% del totale delle attivazioni di rapporti di lavoro parasubordinato nel settore.
Le assunzioni post riforma si sono concentrate nelle province di Padova e Treviso, che insieme registrano il 40% dei rapporti di lavoro parasubordinato avviati, e hanno riguardato soprattutto lavoratori maschi (62%), italiani (99%) e di età inferiore ai 30 anni (43%). Indipendentemente dall’impegno orario settimanale previsto, i contratti hanno generalmente una durata inferiore all’anno, in due casi su tre compresa tra 6 e 12 mesi.
Nella maggior parte dei casi chi stipula un contratto di lavoro parasubordinato in ambito sportivo ha attivo anche un altro rapporto di lavoro (58% del totale), perlopiù a tempo indeterminato (53%). I lavoratori che hanno attivo solo un rapporto parasubordinato nello sport sono generalmente giovani alle prime esperienze lavorative o pensionati.
Il report “Effetti della recente riforma del lavoro sportivo sul lavoro parasubordinato – prime evidenze”, a cura dell’Osservatorio Mercato del Lavoro di Veneto Lavoro, è disponibile nella sezione dedicata del sito www.venetolavoro.it.
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