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Quaratino: «In Just Italia 40 anni di empowerment femminile»

di Redazione
L'intervista al Professor Luca Quaratino, docente di Organizzazione aziendale e gestione Risorse Umane presso l’Università IULM di Milano.

Ospite di Just Italia, in occasione del 40esimo anniversario, anche il Professor Luca Quaratino, docente di Organizzazione aziendale e gestione Risorse Umane presso l’Università IULM di Milano.

Per Quaratino, le organizzazioni di vendita diretta hanno giocato e giocano un ruolo molto “distintivo” rispetto alle altre tipologie di imprese. Prima di tutto perché propongono un modello organizzativo che può essere definito “femminile”, basato su relazioni cooperative, approccio intuitivo nella gestione, logiche partecipative, leadership focalizzata sulla cura delle relazioni e l’integrazione. Nella vendita diretta le donne hanno opportunità maggiori di giocare la propria partita e di esprimere il proprio potenziale, rendendo l’ambiente di lavoro “fertile” e aperto all’inclusione lavorativa. A testimonianza, i dati di Just Italia, dove il 94% dei 27.000 Consulenti incaricati alla vendita diretta a domicilio è costituito da donne, con il 55% di età compresa fra 41 e 60 anni.

Possiamo dire che Just rappresenti un modello organizzativo attuale e virtuoso…

Non c’è dubbio che Just, facendo parte delle organizzazioni di vendita diretta, ha dei caratteri di attualità assolutamente interessanti da almeno due punti di vista, in primo luogo perché propone un modello organizzativo che mi piacerebbe definire al femminile, cioè che valorizza alcuni elementi come le relazioni cooperative, l’alimentazione della partecipazione dal basso delle persone e la minimizzazione della gerarchia, creando un modello organizzativo estremamente efficace nei contesti complessi, incerti e variabili in cui oggi operano le imprese. Da un altro punto di vista ci porta anche un’idea di leadership diversa da quella tradizionale, quella che definiremmo di comando e controllo, una leadership direttiva tipica di molte imprese e che dal mio punto di vista è una leadership del passato. Oggi, per attrarre, ingaggiare i collaboratori serve infatti una leadership diversa, e anche qui uso il termine “femminile”, cioè una leadership che valorizza le dimensioni di cura delle relazioni, di empatia, di ascolto e anche di accettazione della dimensione emotiva come dimensione che fa parte della professione, come fa parte della nostra esistenza personale.

Oggi parliamo nello specifico di empowerment femminile: in questo Just può dare un contributo fondamentale?

Sì. Una prima riflessione è legata al fatto che aziende come Just aiutano l’allargamento del mercato del lavoro includendo le donne. Questo sappiamo che è una sfida gigantesca per il sistema Paese. Più nello specifico, il peculiare modello utilizzato porta a valorizzare le donne e a generare empowerment da almeno tre punti di vista. In primo luogo garantendo l’indipendenza economica, che spesso è il primo passo per essere indipendenti e autonome. Sappiamo che la disparità di genere oggi si gioca anche sul versante economico. Un secondo aspetto è l’emancipazione sociale: attraverso questa esperienza lavorativa le donne dimostrano di essere qualcosa di più di una madre o di una moglie, ma persone adulte, autonome e indipendenti, offrendo, mi sia consentito dirlo, anche un modello diverso agli occhi dei propri figli e delle proprie figlie, generando quindi cambiamento culturale. Da ultimo, l’esperienza in vendita diretta porta a sentirsi psicologicamente capaci e potenti, nel senso etimologico di empowerment, oltre che capaci di realizzare e quindi dà in qualche modo una dimensione di adultità, di maturità e di capacità di stare nel mondo in modo diverso.

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