Bonini: «Complesso il rientro post vacanze. La modalità mista, DAD e presenza procede bene ma richiede grande sforzo»
di adminIl ritorno sui banchi dopo le vacanze invernali è stato pregno di difficoltà: per studenti, docenti e personale gestire nuovamente una situazione anomala ha comportato un grande sforzo. A fare il punto sulla situazione Mario Bonini, coordinatore dei presidi degli istituti superiori di Verona nonché dirigente dell’Educandato Statale Agli Angeli.
«Il rientro dopo le vacanze è stato complesso perché è cambiata la normativa -esordisce Bonini- quindi, a seconda delle situazioni, la scuola ha dovuto mettere in atto un protocollo diverso. Le regole da seguire ora sono differenti dalle modalità di gestione precedenti e questo crea confusione. In questa fase l’elemento determinante è l’andamento vaccinale dei bambini e dei ragazzi».
Tanti i ragazzi in quarantena perché positivi o perché hanno avuto contatti stratti. Si è rivelata una buona scelta quella di riprendere con una didattica in presenza?
Credo sia opportuna una valutazione di carattere generale. Se guardiamo in termini assoluti stiamo parlando di percentuali non tanto allarmanti che oscillano dal 10 al 15% di alunni e/o insegnanti a casa. Tuttavia, in termini concreti, questo dato va moltiplicato per tutte le scuole della provincia di Verona: stiamo parlando di 8-10mila ragazzi e bambini a casa in questo momento.
Allo stesso tempo è necessario tenere presente che si contano migliaia di famiglie in situazioni di difficoltà perché devono comunque provvedere alla cura e all’assistenza di figli che sono a casa. La questione varia a seconda dell’età dell’alunno: i genitori dei bambini più piccoli si trovano in maggiore difficoltà rispetto quelli degli adolescenti, più autonomi. L’invito che faccio a ognuno e alla famiglie è quello di tenere duro e stringere i denti insieme alla scuola.
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C’è un forte spirito di adattamento da parte dei dirigenti e degli insegnanti. Si sta sperimentando una modalità didattica mista, sia in presenza che da remoto: come sta avvenendo il passaggio a questo nuovo modus operandi?
In realtà alcune scuole avevano sperimentato questa doppia modalità in maniera autonoma mediante la didattica digitale integrata. Avere una parte dei ragazzi in presenza e una parte a casa non è semplice per l’insegnante che deve diventare una sorta di Giano bifronte: rivolgersi agli studenti in aula ma anche a quelli a casa, parlare, spiegare, stare alla lavagna.
Lavorare con i ragazzi a casa non è facile. Credo di interpretare tutti i dirigenti scolastici e ringraziare gli insegnanti perché si sono veramente dimostrati molto flessibili, attenti e disponibili in una fatica non indifferente. Altresì le famiglie sono collaborative.
Alcuni docenti hanno deciso di non vaccinarsi rinunciando quindi al lavoro. Questo scenario genera delle tensioni; qual è il suo punto di vista a riguardo?
Stiamo parlando di numeri esigui, la maggioranza degli insegnanti e degli operatori scolastici si è vaccinata: dopo l’ultima fase in cui è stato reso obbligatorio si sono adattati alla nuova procedura. Pertanto stiamo parlando di elementi residuali del comparto scolastico e non hanno un grosso impatto sulla gestione della scuola.
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