CORONAVIRUS. COLDIRETTI, AGRITURISMI TRA LE ATTIVITA’ ESSENZIALI PER LA RIPRESA ECONOMICA VERONESE. SOSPENSIONE DEI TRIBUTI, PROTOCOLLO DI SICUREZZA AD HOC E UN PIANO DI PROMOZIONE PER USCIRE DALL’EMERGENZA
di adminCome più volte denunciato da Coldiretti Verona le perdite registrate nel trimestre segnato dall’emergenza sanitaria ammontano a circa 10 milioni per circa 400 aziende agrituristiche, a livello Veneto i danni ammontano per lo stesso periodo a 30 milioni di euro per oltre 1400 agriturismi, somme destinate ad aumentare con lo stop prolungato per rispettare le ordinanze.
“I nostri operatori hanno dimostrato forza di reazione – scrive Diego Scaramuzza presidente regionale di Terranostra – si sono organizzati per la consegna a domicilio e dopo la conferma ufficiale della Regione Veneto anche per il take away direttamente in azienda. Il settore ha bisogno di un’iniezione economica e di misure all’altezza dell’offerta quotidiana in termini di benessere, salute e qualità della vita”. Le parole del presidente di Terranostra sono espressione di molti imprenditori agrituristici che con l’arrivo della bella stagione sperano di poter riaprire i cancelli delle fattorie, i percorsi naturalistici e gli spazi a tavola dove assaggiare le specialità della tradizione contadina.
Un intervento significativo riguarda l’annullamento della Tari, tassa comunale dei rifiuti, in quanto la stagione primaverile è persa definitivamente e le disdette ricevute compromettono il resto dei mesi. Il presidente di Terranostra Veneto sollecita azioni di sburocratizzazione alle procedure regionali, come previsto dal DL “Cura Italia” e, ai fini di promuovere le produzioni, il territorio, anche una campagna promozionale a livello regionale per incoraggiare la ripresa dopo il blocco totale.
“Su tutto – specifica Diego Scaramuzza – urge l’applicazione di un protocollo di sicurezza che tenga conto delle specificità del sistema agrituristico in un’ ottica di tutela della salute e dell’attività d’impresa. Tuttora non c’è garanzia di alcun risarcimento né le misure indicate sono all’altezza della crisi sopportata dalle imprese – conclude – qualora ulteriori oneri si aggiungessero alla probabile riduzione nella capienza degli ospiti, c’è il rischio concreto che molti imprenditori decidano di non riaprire più”.
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