1961 – 1989 / 2019. Trent’anni di Muro di Berlino.
di adminPer costruire il “muro”, sin dall’inizio, denominato, in tedesco, “Berliner Mauer” o Muro di Berlino, non solo si giustificò la relativa decisione, affermando falsamente che il ‘capitalista’ e ‘guerrafondaio’ Occidente intendeva attaccare, con i “revanscisti” tedeschi occidentali, la comunista ex Repubblica (non) Democratica Tedesca, in sigla, RDT – in tedesco: Deutsche Demokratische Republik, in sigla, DDR – ma, non si ebbe pietà alcuna per famiglie e persone, moltissime delle quali rimasero letteralmente separate, anche per alcuni metri di distanza… Il muro o barriera, in particolare, in Berlino, è stato fatto costruire – alla presenza di Volkspolizisten, o poliziotti popolari armatissimi della Germania comunista, la citata RDT – senza tenere conto di nulla, nemmeno di edifici, che furono abbattuti, mentre molta gente, in vista di una divisione, ritenuta, certamente, di lunga durata, come lo fu, si calava persino dalle finestre, con il pericolo di rimetterci la vita, per riparare nelle zona d’occupazione occidentale. La costruzione iniziò il 13 agosto 1961, sotto il controllo, come già detto, di 50.000 guardie armate, che dovevano trattenere qualsiasi cittadino della Berlino orientale, dal tentativo di superare la linea di demarcazione, con le zone occidentali. Vi fu, erà, un VoPo, che essendo di guardia alla costruzione e che avendo capito cosa il regime comunista andava erigendo, presa la rincorsa, in divisa, con elmo e fucile, che nella fuga, egli si tolse di dosso, con un salto, riuscì a superare un reticolato, alto un metro, lasciare la tanto politicamente decantata "Hauptstadt der DDR", o capitale della RDT, e raggiungere la terra dei nemici, per la propaganda comunista, "fascisti, aggressori ed imperialisti" occidentali… Ci riferiamo al diciannovenne poliziotto Conrad Schumann, che Grande della storia, il 15 agosto 1961, arrischiò la vita, per il suo eroico salto nella libertà… Un ragazzo, un uomo, che, sebbene circondato da colleghi armati, fino ai denti, prese una decisione che ha fatto storia…, avendo capito – dalle parole lanciate alla truppa di guardia – che quanto la RDT andava costruendo, non piaceva, né ai tedeschi occidentali, né ai tedeschi orientali… Abbiamo il piacere di affermare che siamo stati in corrispondenza con lui, con Conrad, che conserviamo una sua lettera e la nota fotografia del famoso salto, che ha fatto il giro del mondo… La foto porta la firma autografa dello stesso… Ce l’ha mandata lui…, con grande amicizia, anche perché Conrad fu pure a Verona, ad ammirare l’Arena.. Dovevamo incontrarlo personalmente, ma poco prima dell’incontro, il 20 giugno 1998, egli morì… Successivamente, per viva simpatia verso un vero Eroe dell’anticomunismo, scrivemmo alcuni modestissimi versi, che inseriti in un libretto, portammo, assieme a mio fratello Paolo, alla moglie di Conrad, Gunda, a Kippenberg, Baviera, dove la stessa risiedeva… Gunda ci fece vedere alcune foto del marito, fra le quali, in una, Conrad, l’eroe Conrad, appare a colloquio con il presidente americano, Ronald Reagan (1911-2004)…! Conrad Schumann ha avuto tale grande soddisfazione… Ora, continuiamo ad essere veramente dispiaciuti di non avere potuto personalmente incontrarlo…, perché egli è e deve essere d’esempio alla gioventù, in fatto di conquista cosciente della propria libertà…, anche a rischio della vita… Un fatto, che serve a porre in luce un evento troppo dimenticato, anche perché, al di là del gesto eroico di massima intuizione, del salto oltre il reticolato, c’è il fatto che, se il giovane Schumann fosse stato preso dalla Volkspolizei, sarebbe stato processato per Republikverrat – alto tradimento della Repubblica – con relative dolorose conseguenze…, ma per nulla vergognose, per un regime, cui la morte, di propria mano, dei propri cittadini, non si traduceva in alcun peso, sulla coscienza…, coscienza comunista, molto poco conosciuta in Italia o, per troppo tempo, volutamente nascosta… Ma, in merito a Schumann, voglio dirti un’altra cosa, questa volta, profondamente spiacevole… Conrad, una volta, eliminato il muro, caduta la cortina di ferro, si era recato nella sua terra d’origine, nella Germania orientale, per rivedere persone e cose… Fu per lui talmente dolorosa la desiderata visita al luogo d’un tempo, che, per tale motivo, si è suicidato. Il lavaggio di cervello, esercitato su di lui, in giovane età, dalla dittatura del ‘partito dei lavoratori e dei contadini’ – così s’autodenominava il partito comunista dell’ex RDT – aveva inciso in maniera oltremodo tagliente, al punto che Conrad, nella sua terra, si è sentito considerato, dopo più di ventotto anni dal salto, oltre il ferro spinato e dopo anni dalla caduta del "muro", "Republikverräter, ossia, "traditore della Repubblica", come il regime di Walter Ubricht (1893-1973) e di Erich Honecker (1912-1994), ufficialmente, denominava chi avesse solamente tentato di fuggire dalla RDT, scavalcando i reticoli e/o "muro" antiuomo… Ed ora, qualche dato ulteriore sul "muro di Berlino”, così definito, perché la sua prima sezione fu costruita, appunto, nella capitale tedesca, dividendola in due parti, una orientale, quella della citata RDT, costituita, nel 1949, su territorio d’occupazione sovietica, ed una occidentale, occupata dalle truppe alleate occidentali, americana, inglese e francese, alla fine della seconda guerra mondiale (1945). Un muro, che, per la sua lunghezza, oltre Berlino, da nord a sud, divideva in due, tutta la Germania, con filo spinato, piste in cemento, per gipponi della polizia, la Volkspolizei, armatissima e dotata di cani lupo, e sorvegliato da mitragliatrici automatiche, dette, se non erro, SM 70, che avrebbero sparato ad ogni possibile movimento, ecc. I VoPos o Volkspolizisten o poliziotti del popolo, fra i quali c’erano anche giovani dell’età di 18 anni, avevano l’ordine di sparare su chi avesse tentato di superare gli sbarramenti; appena costruito il muro, nel 1961, i Vopos avevano, in un primo tempo, l’ordine, prima di mirare alle parti vitali del corpo del possibile fuggitivo – guarda che attenzione alla vita! – di eseguire spari d’intimidazione, per giungere a spari alle gambe…, spari, che, non molto più tardi, si trasformarono, per prassi, come segnalato, in veri e propri spari mortali…, giustificati con il fatto, che tali spari dovevano servire a raggiungere lo scopo…; qualche VoPo, che aveva sparato, uccidendo, è stato anche premiato… Magari, aveva ucciso un giovane, solo perché stava fischiando un’aria d’origine occidentale… La brutalità comunista non ha avuto limiti. In merito, attraverso un documentario sul "muro" di Berlino, ho saputo – si tratta "solo di una" delle cattiverie commesse dal regime di Berlino Est – che una signora con bambino, con l’aiuto di un collaboratore, nascosti nel cofano d’una macchina, avevano tentato di trasferirsi, o meglio, di fuggire, a Berlino Ovest. Scoperti, la donna fu rinchiusa in carcere per anni ed il suo piccolo fu dato in adozione a sconosciuti… Pensiamo, pensiamo, a quale punto si arrivava nelle Repubblica (non) Democratica Tedesca…, dalla quale si tentava la fuga con ogni mezzo – anche modesto e artigianalmente costruito, perché le finanze non lo permettevano – pure, non temendo di trovare la morte. Qualcuno, a tutta velocità, ha creato, alla guida d’un veicolo, uno squarcio nel muro, com’è accaduto, tanto di raggiungere la libertà… È il caso dell’allora ventenne soldato della RDT, Wolfgang Engels, che, classe 1943, nell’aprile 1963, a Berlino, impadronitosi di un camion dell’esercito, detto Volksarmee, armata popolare, della comunista RDT, tentò di aprirsi un varco nel muro… La cosa non riuscì e lui, sotto gli spari dei VoPos, s’arrampicò sul muro stesso, superò il filo spinato, mentre fu aiutato, dall’altra parte, da tedeschi occidentali, che subito lo ricoverarono in ospedale… Qualche comunista nostrano, potrebbe chiedere dettagli a Wolfgang, su cosa ha subito, per volontà di Ulbricht… Fatti dolorosi, fatti che fanno rabbrividire, episodi che parlano da soli… e che si sono continuamente ripetuti per quasi trent’anni…, fino al 1989! Infatti, solo alla caduta del "muro", per rafforzare il quale fu abbattuta anche una chiesa e calpestati cimiteri, una signora ha potuto rivedere la sorella, vivente a Berlino Ovest… Il perché del “muro”… Sino dalla creazione della RDT, la continua fuga verso il settore americano e la Germania occidentale di laureati, diplomati e di lavoratori, in genere – causata dalle misere condizioni di vita imposte dal comunismo reale nella RDT – aveva e avrebbe portato ad una paralisi del mondo produttivo della repubblica di Berlino est, o orientale, al punto che si fecero venire, con speciale contratto, a partire dal 1965, nella RDT, lavoratori da Polonia, Ungheria, Mozambico, Vietnam, Angola e Cuba – tutti, "Paesi fratelli", comunisti, naturalmente…, dalle poche pretese, ovviamente, per i propri cittadini, diretti nella RDT! Da qui l’dea di costruire un muro ed un confine impenetrabile, non superabile ed incivile, che impedisse le fughe di cittadini… Definito, dai "Genossen", o "compagni", in tedesco, della Repubblica Democratica Tedesca, confine della pace e barriera di difesa contro le provocazioni fasciste dell’Occidente… il "muro", Il munito, munito di 302 torrette d’osservazione, da parte dei VoPos, sempre muniti, oltre che di armi, anche di cannocchiali, e sempre illuminato in Berlino, era lungo 167 km, solo attorno alla capitale di zona sovietica, mentre continuava, per altri 1378 km, con filo spinato ed altro, sempre più che controllati, lungo tutto il confine da Nord a Sud, fra le due Germanie… Ad est della barriera, quindi, ripetiamo, la Germania orientale o RDT, ad ovest della stessa, la Repubblica Federale di Germania… Con il tempo, le precauzioni della comunista Staatssicherheit – in acronimo: STASI – o Ministero per la Sicurezza dello Stato, contro possibili fughe, portarono alla realizzazione di un’area, una fascia amplissima, prima del muro, lungo lo stesso e in territorio della RDT, tale da scoraggiare ogni tentativo di raggiungere l’Occidente, visto che in itale zona, detta "Sperrzone", o zona chiusa o vietata, i controlli, anche con armi autosparanti, gipponi, binoccoli, cani, erano raffinatissimi e costanti, anche di notte, con tanto di fari. Come facevano i nazisti in fatto di campi di concentramento… Quando fu costituita la "Sperrzone", la STASI cacciò dalle loro abitazioni, in poche ore, 15.000 cittadini, le cui case furono abbattute, per lasciare spazio alla futura area di controllo, cui nessuno, se non la Volkspolizei, poteva accedere. Controllo che, nelle case private, prossime alla zona vietata, avveniva spessissimo e senza preavviso… Va sottolineato, ancora, che tale maledetta barriera, ha prodotto dai 136 ai 190 morti o più (fra i quali anche due bambini) – a tutt’oggi non vi sono ancora dati certi – senza contare i numerosi feriti, circa 120 e gli oltre 3000 imprigionamenti… L’ultimo fuggitivo fu abbattuto dai VoPos l’8 marzo 1989… Noi ricordiamo tali vittime – che, secondo altre fonti, lungo tutta la frontiera, sarebbero state 1300 – come veri martiri per la libertà, ma chi vedeva nel comunismo il massimo istituto, che avrebbe garantito il migliore benessere all’uomo, ed in esso fermamente credeva, magari continuando a credervi, oggi, se a capo del governo di Mosca, ancora sedesse Stalin, rifletta sui crimini compiuti dal comunismo stesso… Attraverso il muro, comunque, in quarant’anni di barriera, riuscirono a fuggire, in mille modi, anche attraverso lunghi cunicoli, scavati sotto il muro, ben 40.000 cittadini della RDT! Dettagli sconcertanti e riflessioni da meditare: come si poteva definire democrazia, quella comunista della Germania orientale, che dava da intendere d’essere il più evoluto, in tutti i sensi, dei Paesi comunisti? Ma, andiamo oltre… Se a volere il muro fu il già menzionato Walter Ulbricht, segretario generale del Partito di Unità Socialista, è altrettanto vero che a seguirne con attenzione la costruzione, costata circa 1850 miliardi di marchi orientali (fra muro a Berlino e barriera lungo i confini con la Germania Federale), è stato lo stalinista Erich Honecker, in qualità di segretario per la sicurezza nel Comitato Centrale del Partito Comunista della RDT. Comunque, il comunismo della RDT, anche attraverso il muro, durato dal 1961 al 1989 – anno del 40° anniversario della creazione della RDT stessa – ha tenuto in un immenso carcere, dal 1949 al 1989, ben 17.000.000 di tedeschi orientali, che avevano già subito dodici anni di dura dittatura nazista, resa peggiore dal conflitto mondiale, voluto da Hitler. Il tutto, per un totale di cinquantadue anni di totalitarismo, pesante e brutale, sebbene i colori fossero differenti.
Pierantonio Braggio
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