Legge elettorale
di adminMi dico contento. Ma appena, appena. Siamo, comunque ad un passo avanti. Lo dico, anche se di leggi elettorali in generale, comprese quelle a denominazione dotta o semilatina, di pura creazione italiana, non ho specifica competenza. Lacuna, credo, relativamente importante, in quanto superata dal concetto, da sempre nutrito, ma, mai visto messo in pratica, al di là di qualsiasi legge elettorale, di creare assolutamente, in Italia, stabilità governativa, base essenziale per il buon progresso economico e sociale. Stabilità, sempre nominata, sulla bocca di tutta la politica, ma, mai realizzata, in quanto le leggi elettorali sinora in essere, sebbene più volte riviste o cambiate e pur democraticissime, non escludendo il partito più piccolo o il partito dal modestissimo numero di voti ottenuti – che è pure testimonianza di democrazia – non hanno mai tenuto conto dell’esigenza della citata stabilità, avendo, così, indirettamente permesso quella frammentazione – anziché aggregazione – partitica, che, per gl’innumeri orientamenti diversi, che la compongono, mai permette di giungere rapidamente ad una meta concordata. Da circa un anno, notiziari e telegiornali ci hanno fatto e ci fanno sapere di congressi di partito e di leggi elettorali, di lotte per le stesse e di una volontà dei cittadini italiani di andare alle urne. Crediamo, invece, che tutto ciò al cittadino interessi poco e che lo stesso desideri solo il migliore governo possibile, escludendo l’approfondimento di particolari, di pareri e di chiacchere. Governo migliore, che è ciò che la politica deve garantire, mettendo da parte ogni interesse di partito – un legge elettorale, veramente democratica, non deve favorire ne gli uni ne gli altri – creando una normativa, dicevamo, che permetta la formazione di governi solidi, di lunga durata, possibilmente, una legislatura, siano essi formati da un solo partito, che abbia ottenuto una maggioranza, o da due (a quattro) partiti, che, concordato un certo programma, lavorino in stretta coalizione. Finalmente, dopo anni ed anni di inutili discussioni e trattative e accantonando, speriamo, per il bene del Paese, il concetto del “tutto italiano”, con il pericolo di non concludere nulla, si sta pensando di “copiare”, per le elezioni politiche future, la legge elettorale tedesca, che è testimonianza, con la sua normativa, di ottimi, costruttivi e lunghi e, quindi, stabili governi, con i risultati economico-sociali, di cui la Germania Federale gode, fino ad attirarsi numerose ire altrui. Sistema elettorale tedesco, che esclude, per la vera democrazia, modesti partiti dal mettere piede alle sue due Camere, in base ad una determinata soglia di sbarramento, forzandoli indirettamente ad inglobarsi in partiti maggiori, dagli ideali anche diversi, ma, tali da essere in grado di condividere, almeno in parte, i loro interessi. Oggi il limite minimo, in Germania, che permette di adire alle Camere – Bundestag (parlameno) e Bundesrat (parlamemto regionale) – è del 5%, che, peraltro, è in vigore, talvolta, anche in percentuali inferiori, nella media dei Paesi europei. All’inizio di questa modesta considerazione, mi dissi “contento, appena, appena”. Contento, perché sembra che si voglia finalmente “copiare” una buona legge elettorale – siamo uno dei pochi Paese a non prevedere lo sbarramento o limite minimo di voti – che ha dimostrato di funzionare egregiamente, ma, appena, appena, perché mi sembra d’avere capito, che si voglia apportare alla legge tedesca, da introdurre in Italia, qualche modifica. Ecco: venga essa applicata così com’è e sarà oro per l’Italia. Copiare leggi da qualsiasi Paese, quando queste si possano considerare effettivamente utili, significa importare progresso, senza lungaggini e senza relativa spesa. E, visto che sembra s’imbocchi una buona via, ci pare utile, ancora una volta, segnalare, da copiare, anche la legge in materia di lavoro: “Mini-Job-400.-€”, da introdurre accanto ai “voucer” o al posto di essi.
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